Santo del giorno 14 luglio: San Camillo De Lellis

News del 14/07/2024 Torna all'elenco delle news

San Camillo de Lellis fondatore dei Camilliani è patrono degli infermieri, degli ammalati, degli ospedali e della sanità militare.

Fonda una congregazione di laici e religiosi consacrati a Cristo crocifisso “i Ministri degli Infermi” (infermieri camilliani) per la cura degli ammalati, dei poveri e degli affamati, a casa, per le strade, in ospedale. L’ex soldato apre ospedali in varie città italiane e per primo organizza l’assistenza sui campi di battaglia, attraverso l’invio di unità mobili con medici, infermieri, medicine e attrezzature: viene considerato il precursore della “Croce Rossa Internazionale” e, quindi, il suo protettore. Una grande croce rossa di stoffa, infatti, campeggia sugli abiti dei camilliani e ne è il tratto distintivo.

Il suo corpo è custodito nella Chiesa di Santa Maria Maddalena a Roma.

 

Di nobile famiglia, nato a Bucchianico, nelle vicinanze di Chieti, il 25 maggio 1550, Camillo de Lellis fu soldato di ventura. Persi i suoi averi al gioco, si mise al servizio dei Cappuccini di Manfredonia. Convertitosi ed entrato nell'Ordine, per curare una piaga riapertasi tornò a Roma nell'ospedale di San Giacomo degli Incurabili, dove si dedicò soprattutto ai malati. Si consacrò a Cristo Crocifisso, riprese gli studi al Collegio Romano e, divenuto sacerdote nel 1584, fondò la «Compagnia dei ministri degli infermi». L'ordine dei Camilliani si distinse da altri per lo spirito della sua opera legata alla carità misericordiosa e per l'abito caratterizzato dalla croce rossa di stoffa sul petto. De Lellis pose attenzione unicamente ai malati, ponendo le basi per la figura dell'infermiere e del cappellano quali li vediamo oggi. Morì a Roma il 14 luglio 1614 e venne canonizzato nel 1746.

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Martirologio Romano: San Camillo de Lellis, sacerdote, che, nato vicino a Chieti in Abruzzo, dopo aver seguito fin dall’adolescenza la vita militare ed essersi mostrato incline ai vizi del mondo, maturò la conversione e si adoperò con zelo nel servire i malati nell’ospedale degli incurabili come fossero Cristo stesso; ordinato sacerdote, fondò a Roma la Congregazione dei Chierici regolari Ministri degli Infermi. 

 

La Croce Rossa

Nato a Bucchianico, in provincia di Chieti, il 25 maggio del 1550 e morto a Roma il 14 luglio 1614, la sua figura è emblematicamente legata alla croce rossa che egli ottenne di portare cucita sull'abito religioso da papa Sisto V nel 20 giugno 1586. In particolare, come riferisce nel 1620 padre Sanzio Cicatelli, primo biografo del Santo, “per tre ragioni piacque al padre nostro che portassimo la Croce ne' vestimenti, tenendola per nostra impresa e insegna. La prima, per far distinzione dall'abito della Compagnia di Gesù. La seconda, per far conoscere al mondo che tutti noi segnati di questo impronto di Croce siamo come schiavi venduti e dedicati per servigio de' poveri infermi. E la terza, per dimostrare che questa è religione di croce, cioè di morte, di patimenti e di fatica, acciò quelli che vorranno seguitar il nostro modo di vita, si presuppongano di venir ad abbracciare la Croce, di abnegar se stessi e di seguitar Gesù Cristo fino alla morte”.

 

I ministri degli infermi

La grazia di Dio raggiunse Camillo nel 1575. Durante un viaggio al convento di San Giovanni Rotondo, incontrò un frate che lo prese in disparte per dirgli: “Dio è tutto. Il resto è nulla. Bisogna salvare l’anima che non muore…”. Chiese di diventare cappuccino, ma per due volte venne dimesso dal convento a causa di una piaga nella gamba, apertasi al tempo delle sue scorribande militari. Per tale motivo fu ricoverato nell’ospedale romano di San Giacomo. Qui l’intuizione: unire la pregressa disciplina del soldato alla carità cristiana dando vita ai "Ministri degli infermi". Quattro i voti per entrare a farne parte: obbedienza, povertà, castità, servizio ai malati.

 

Un grande riformatore

E’ considerato il primo grande riformatore della professione infermieristica e dell’organizzazione assistenziale negli ospedali. Oltre alla cura del corpo, chi assiste il malato, secondo San Camillo, avrebbe dovuto farsi carico dello spirito. Qualcosa di radicalmente diverso da quanto accadeva negli ospedali dell’epoca, dove i malati erano abbandonati a loro stessi. Uomo eminentemente pratico e semplice, non certo privo di cultura né d’interessi, nel suo apostolato educativo non ricercò squisitezze teoriche. Gli bastavano poche linee direttive. E poi un acuto discerni­mento dei cuori di cui fu eccezionalmente dotato, un grande buon senso unito a paterna dolcezza.

 

Fonte: Vatican News

L’Ordine dei Camilliani ha avuto un progressivo sviluppo lungo gli abbondanti quattro secoli che costituiscono la sua storia, fatti salvi alcuni momenti difficili nel Settecento e nell’Ottocento. Nel tempo si sono formate comunità di religiose e poi le Ministre degli Infermi ed ancora sono sorti in varie parti del mondo gruppi di laici, uomini e donne, che hanno fatto proprio il carisma e la missione di San Camillo: tutti insieme, Ordine in testa, costituiscono “La Famiglia Camilliana".

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