Santo del giorno 7 maggio: santa Rosa Venerini

News del 07/05/2024 Torna all'elenco delle news

Santa Rosa Venerini, fondatrice della Congregazione Maestre Pie Venerini. Nasceva grazie a lei nel 1685 a Viterbo la scuola delle Maestre Pie Venerini, la prima scuola pubblica femminile in Italia: la sua idea di educazione cristiana delle giovani donne fu di portata rivoluzionaria, anche se molto contrastata. Il suo carisma educativo è arrivato sino ad oggi ed ha travalicato i confini nazionali, arrivando in America Latina, Stati Uniti, India e Africa, Europa dell'Est. Le sue spoglie sono custodite nella cappella della casa generalizia delle Maestre Pie Venerini a Roma.

 

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Martirologio Romano: A Roma, beata Rosa Venerini, vergine di Viterbo, che insieme alle Maestre Pie aprì le prime scuole in Italia per l’istruzione della gioventù femminile.

 

Vi sono almeno due buone ragioni per ricordare questa donna straordinaria canonizzata da Benedetto XVI nel 2006. Concepì e realizzò per prima il progetto di aprire scuole pubbliche per ragazze del popolo in Italia; si impegnò con coraggio «a favore dell'elevazione spirituale e dell'autentica emancipazione delle giovani donne del suo tempo» (Benedetto XVI). Rosa Venerini nacque a Viterbo nel 1656. Il padre era medico, la mamma apparteneva ad una famiglia benestante. Da giovane ebbe difficoltà ad individuare la sua vocazione. Né il matrimonio, né la vita religiosa sembravano adatte a lei.

Con il consiglio del direttore spirituale, cercò allora una via nuova: con due concittadine aprì nel 1685 a Viterbo una scuola pubblica che si riprometteva di istruire le giovani e nello stesso tempo di trasmettere loro le verità della fede. Seguirono nel giro di pochi anni una decina di scuole nelle diocesi confinanti. Molte furono le resistenze nei confronti di queste donne che coabitavano in piccolissimi nuclei di due o tre maestre e sembravano sospese tra vita religiosa e vita laicale. Rosa, tuttavia, vicina alla spiritualità dell'ordine gesuita, proseguiva con tenacia nel suo impegno perché si sentiva talmente «inchiodata alla volontà di Dio che non mi importa né morte né vita». In questo spirito sopportò anche la separazione da santa Lucia Filippini che, dapprima sua compagna, sembrò poi mettersi in concorrenza con lei. Dopo aver operato nel nord del Lazio, la Venerini riuscì a impiantare il suo istituto anche a Roma e dintorni allargando la rete delle fondazioni a tutta la regione laziale.

Morì a Roma nel 1728 e venne sepolta nella Chiesa del Gesù, poi trasferita nella cappella della casa generalizia delle Maestre Pie Venerini.

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