Maggio: il mese dedicato alla Madonna
News del 01/05/2024 Torna all'elenco delle news
Inizia il mese dedicato alla Madonna e molto caro alla pietà popolare. Tante parrocchie e famiglie, sulla scia di tradizioni religiose ormai consolidate, continuano a fare di maggio un mese "mariano", moltiplicando fervorose iniziative liturgiche, catechistiche e pastorali!
L'avvenimento mariano più importante di questo secolo è stato senza dubbio il Concilio Vaticano II, perché da esso è scaturita una prospettiva mariana che investe il campo dottrinale, liturgico, pastorale e devozionale.
Il Concilio ha voluto risituare Maria al punto di partenza e al centro stesso del mistero di salvezza. L'inserimento di Maria nella Costituzione Dogmatica sulla Chiesa può considerarsi un segno del rapporto di esemplarità che intercorre fra Maria e la Chiesa: la Vergine è tipo e compimento della Chiesa. Inoltre, la Vergine è Madre della Chiesa, giacché è Madre di Cristo e di tutto il Popolo di Dio, sia dei fedeli che dei Pastori. Paolo VI ebbe a cuore il proclamarlo solennemente a conclusione della terza sessione del Concilio, offrendo in tale titolo una sintesi della mariologia del Concilio (cfr. DC, 6.XII.64, col 1544).
Sono pertanto due le chiavi per una rinnovata devozione mariana in linea con il Concilio: la scoperta di Maria nella contemplazione di quella donna che si è data liberamente nella fede ai piani e disegni di Dio, e la scoperta della Madre che ci ha amato nel vedere il suo Figlio donarsi in sacrificio per noi. In queste direzioni s'inseriscono i documenti mariani degli ultimi Pontefici e singolarmente le Esortazioni Apostoliche Marialis Cultus di Paolo VI (1974), Redemptoris Mater (1987) e Rosarium Virginis Mariae (2002) di Giovanni Paolo II.
Ma la devozione a Maria in questo mese di maggio non deve limitarsi a un puro sentimento o a mere emozioni; deve tradursi in preghiera. Che sia dappertutto un mese di intensa preghiera con Maria con la quotidiana recita del santo Rosario. Si tratta di una preghiera semplice, apparentemente ripetitiva, ma quanto mai utile per penetrare nei misteri di Cristo e della sua e nostra Madre. E', al tempo stesso, un modo di pregare che la Chiesa sa essere gradito alla Madonna stessa. Ad esso siamo invitati a far ricorso anche nei momenti più difficili del nostro pellegrinaggio sulla terra.
Scrive, al riguardo Papa Giovanni Paolo II: "Il Rosario pur caratterizzato dalla sua fisionomia mariana, è preghiera dal cuore cristologico. Nella sobrietà dei suoi elementi, concentra in sé la profondità dell’intero messaggio evangelico, di cui è quasi un compendio. In esso riecheggia la preghiera di Maria, il suo perenne Magnificat per l’opera dell’Incarnazione redentrice iniziata nel suo grembo verginale. Con esso il popolo cristiano si mette alla scuola di Maria, per lasciarsi introdurre alla contemplazione della bellezza del volto dl Cristo e all’esperienza delta profondità del suo amore". [Rosarium Virginis Mariae]
La devozione a Maria è stato uno dei fili conduttori e caratteristici del pontificato di Giovanni Paolo II, che ha scelto come "motto" del suo ministero l'espressione monfortana Totus tuus.
Il Papa ha desiderato profondamente che ogni credente possa servirsi di Maria per arrivare più speditamente a Cristo. Maria è infatti, come recita un antico inno, la stella del mare, colei che nella navigazione della fede ci aiuta a non perdere mai la bussola, e a virare sempre verso Cristo. La Madonna è maestra di verità e segno della fede vera nel suo Figlio».
Giovanni Paolo II nel libro autobiografico "Dono e Mistero" racconta: "Ci fu un momento in cui misi in qualche modo in discussione il mio culto per Maria ritenendo che esso, dilatandosi eccessivamente, finisse per compromettere la supremazia del culto dovuto a Cristo. Mi venne allora in aiuto il libro di San Luigi Maria Grignon de Montfort che porta il titolo di Trattato della vera devozione alla Santa Vergine". Fu così che il Papa si rese conto che non solo "Maria ci conduce a Cristo", ma "che anche Cristo ci conduce a sua Madre" (Dono e Mistero, pp. 37-38).(Testo di don Tommaso Stenico)
"Maggio è un mese amato e giunge gradito per diversi aspetti. Nel nostro emisfero la primavera avanza con tante e colorate fioriture; il clima è favorevole alle passeggiate e alle escursioni. Per la Liturgia, maggio appartiene sempre al Tempo di Pasqua, il tempo dell’ “alleluia”, dello svelarsi del mistero di Cristo nella luce della Risurrezione e della fede pasquale; ed è il tempo dell’attesa dello Spirito Santo, che scese con potenza sulla Chiesa nascente a Pentecoste. Ad entrambi questi contesti, quello “naturale” e quello liturgico, si intona bene la tradizione della Chiesa di dedicare il mese di maggio alla Vergine Maria. Ella, in effetti, è il fiore più bello sbocciato dalla creazione, la “rosa” apparsa nella pienezza del tempo, quando Dio, mandando il suo Figlio, ha donato al mondo una nuova primavera. Ed è al tempo stesso protagonista, umile e discreta, dei primi passi della Comunità cristiana: Maria ne è il cuore spirituale, perché la sua stessa presenza in mezzo ai discepoli è memoria vivente del Signore Gesù e pegno del dono del suo Spirito. (...) è la prima e perfetta discepola di Gesù. Maria infatti ha osservato per prima e pienamente la parola del suo Figlio, dimostrando così di amarlo non solo come madre, ma prima ancora come ancella umile e obbediente; per questo Dio Padre l’ha amata e in Lei ha preso dimora la Santissima Trinità. E inoltre, là dove Gesù promette ai suoi amici che lo Spirito Santo li assisterà aiutandoli a ricordare ogni sua parola e a comprenderla profondamente (cfr Gv 14,26), come non pensare a Maria, che nel suo cuore, tempio dello Spirito, meditava e interpretava fedelmente tutto ciò che il suo Figlio diceva e faceva? In questo modo, già prima e soprattutto dopo la Pasqua, la Madre di Gesù è diventata anche la Madre e il modello della Chiesa". (papa Benedetto XVI, Regina Coeli del 9 maggio 2010).
Quando commenta il titolo di tota pulchra, tutta bella, uno dei più antichi titoli mariani, Papa Francesco spiega: «Come la sua giovinezza non sta nell’età, così la sua bellezza non consiste nell’esteriorità. Maria, come mostra il Vangelo, non eccelle in apparenza». «Quando un cristiano mi dice che non ama la Madonna, ma che non gli viene di cercare la Madonna o di pregare la Madonna, io mi sento triste». «La devozione a Maria non è galateo spirituale, è un’esigenza della vita cristiana». Maria è, anzitutto, «la mamma di tutti» e come tale si comporta: «ascolta i suoi figli, decide agisce, insegna la libertà, aiuta a crescere». Maria è da sempre presente nel cuore, nella devozione e soprattutto nel cammino di fede del popolo cristiano. Il nostro itinerario di fede è uguale a quello di Maria, per questo la sentiamo particolarmente vicina a noi!...Maria diventa così sorgente di speranza e di gioia vera! La Madre del Redentore ci precede e continuamente ci conferma nella fede, nella vocazione e nella missione. Con il suo esempio di umiltà e di disponibilità alla volontà di Dio ci aiuta a tradurre la nostra fede in un annuncio del Vangelo gioioso e senza frontiere. Così la nostra missione sarà feconda, perché è modellata sulla maternità di Maria. A Lei affidiamo il nostro itinerario di fede, i desideri del nostro cuore, le nostre necessità, i bisogni del mondo intero, specialmente la fame e la sete di giustizia e di pace e di Dio".
Quando nasce il maggio mariano ?
Come la maggior parte delle grandi tradizioni popolari, la "marianità" del mese di maggio non ha un "inventore" ma è piuttosto il risultato di una armoniosa fusione di tradizioni svariate.
A questo proposito potremmo dire che l'abbinamento maggio-Maria è una felicissima forma di inculturazione, intesa nel suo significato più bello e più pieno: e cioè come incontro fra le più profonde e naturali intuizioni dei popoli e la Verità rivelata che porta a compimento quelle verità parziali che gli uomini - nei quali è pur sempre presente lo Spirito Santo - avevano abbozzato, come in una inconsapevole nostalgia di Gesù e di Maria.
Vediamo quali elementi si sono fusi per far sì che il mese di maggio diventasse universalmente il “mese della Madonna”!
Maggio è il mese dell'amore.
Lo è fin dall’antichità. Non solo perché la bellezza della stagione suggerisce pensieri "romantici", ma anche per un motivo molto più concreto e pratico:
dopo i rigori dell'inverno (ai quali, con la diffusione del Cristianesimo si aggiunsero i rigori della Quaresima) lo sbocciare della bella stagione (e, sempre con il diffondersi del Cristianesimo, del tempo pasquale) diventava l'occasione per organizzare feste popolari: occasione privilegiata per gli incontri fra giovani e quindi per il nascere di affetti e di progetti matrimoniali.
La letteratura colta e popolare poi insisté molto su questo abbinamento fra maggio e amore,contribuendo così a rafforzarlo e a radicarlo nell'immaginario collettivo.
Maggio è anche il mese delle rose.
Per la verità adesso non lo è più, da quando l'innesto con una varietà di piccole rose orientali (sec. XIX) ha dato alle nostre rose la caratteristica che mancava, e cioè la rifiorenza. Adesso abbiamo rose da aprile a novembre, ma un tempo le rose erano proprie del solo mese di maggio, il che accentuava la loro preziosità e anche la particolare bellezza di questo mese: e anche questo è un elemento che predispone il terreno alla marianità di maggio.
Ma ecco subentrare un fatto importantissimo, e cioè la grande "svolta medievale" della devozione mariana.
La esaminiamo in tre passaggi:
Nei primi secoli del Cristianesimo la Madonna era stata oggetto di grandi riflessioni teologiche: e fu giusto, perché la cristianità doveva avere ben chiaro il ruolo della Madonna, il suo legame unico e irripetibile con il Salvatore, la sua reale maternità e la sua perpetua verginità.
Il Medio Evo, che pure fu epoca di grandi crudeltà, fu anche epoca di meravigliose intuizioni e di eccezionale passione religiosa. Fra le grandi intuizioni del Medio Evo ricordiamo (anche se questo non avveniva sempre, ovviamente...!) la straordinaria valutazione della donna. Pensiamo alla cavalleria, pensiamo al nostro Dolce Stil Novo: la donna era vista come creatura angelica, come tramite fra l'uomo e Dio, come "Signora" alla quale consacrare la propria vita in un rapporto d'amore che spesso era tutto ideale e spirituale, questo non era la norma, ma era un elemento molto presente, se non nella prassi, almeno a livello di convinzione. Per uno stupendo disegno della Provvidenza gli animi imbevuti di questa mentalità (magari anche solo a livello superficiale) finirono per orientare verso Maria questo concetto altissimo della donna, e così Maria divenne oggetto non più soltanto di riflessione teologica, ma di appassionato e delicato amore.
I Santi (che sono sempre i grandi profeti di ogni secolo) cominciarono a rivolgersi alla Madonna come innamorati, fiorivano le cattedrali e le opere d'arte ispirate alla Madonna, per non parlare delle feste e del folklore...
Sì, la Madonna fu veramente la regina del Medio Evo! Anzi, lo stesso appellativo Madonna nasce proprio in quest'epoca: Mea domina, Signora mia.
Non per niente nelle altre lingue diventerà Notre Dame, Our Lady, Nuestra Señora...
A questo punto fiorisce spontaneo l’abbinamento: maggio è il mese dell'amore, Maria è la donna amata per eccellenza: dunque Maggio è il mese di Maria!
Dal Medio Evo in poi il fiorire progressivo di tradizioni in questo senso è stato insieme conseguenza e causa di questa bella equivalenza. E’ vero che ci sono voluti dei secoli per arrivare alle forme di devozione odierne. Ma le radici profonde sono qui, in questo abbinare Maria e amore. E' meraviglioso vedere questa armoniosa confluenza fra elementi naturali, sociali, teologici, affettivi...
La prima documentazione scritta della marianità di maggio compare in una composizione del re-poeta Alfonso di Castiglia (morto nel 1284) e in uno scritto del beato Susone (morto nel 1336).
Nel secolo XIV a Parigi il primo maggio si celebrava una paraliturgia mariana.
Possiamo però supporre che nell’animo popolare la marianità di maggio fosse già ben presente: è con il Medio Evo tra l’altro che nasce il Rosario: siccome alla donna amata si offrono ghirlande di rose, ecco che a Maria si offrono ghirlande di Ave Maria. Il legame del Rosario con maggio (anche se non è l’unico che caratterizza questa preghiera mariana) è evidente, se non altro nella denominazione.
Nel ‘500, forse per arginare il carattere pagano delle feste primaverili, i predicatori e i pastori d’anime incoraggiarono con forza il maggio mariano: tra essi spicca San Filippo Neri.
Nel ‘600 fioriscono pubblicazioni specifiche sul mese di maggio, che nel ‘700 ha trovato una stabile caratterizzazione e una prassi comune fatta di preghiere, canti, pratiche devote da distribuire lungo il mese,
testi di meditazione abbinati ai vari giorni.
I Mesi di Maggio si moltiplicano ovunque, nelle stamperie come nella pratica della vita quotidiana!
Il secolo XIX accentua la marianità di maggio e così pure la prima metà del ‘900. Oggi, dopo alcuni decenni di doloroso oscuramente della marianità di maggio e della devozione mariana in generale, sembra di assistere a un bel rifiorire dell’amore per la Madonna, con le debite conseguenze, maggio compreso. (Scritto da una Suora Carmelitana e tratto da digilander.libero.it )
Ecco perchè maggio è il mese di Maria su Avvenire
Il mese delle grazie
Maggio è chiamato anche il mese delle grazie e delle glorie di Maria, perché in questo mese si ricevono copiose grazie, celebrando le glorie della Madre e Regina universale. Anzi, soprattutto per i frutti spirituali che produce, il mese di maggio canta le più alte glorie di Maria Corredentrice e Mediatrice di ogni grazia. Sono grazie di ogni sorta che Ella dona amorosamente a chi celebra questo mese. Grazie di progresso spirituale, di rinnovamento di vita, di conversione; grazie temporali per la salute, il lavoro, gli studi, per la sistemazione, per la famiglia. Quante grazie in questo mese benedetto! Chi di noi non ha bisogno di grazie?
Per la Chiesa intera
Fare il mese di maggio, quindi, è accumulare grazie, è risolvere problemi o situazioni dolorose, è ottenere il patrocinio della Divina Madre. Per questo la Chiesa, i Pontefici, i Santi hanno tanto raccomandato di celebrare con devozione il mese mariano. Il Papa Paolo VI nel 1965 pubblicò una Lettera Enciclica sul «Mese di maggio» per riaffermare espressamente che la Chiesa lo considera il mese più fecondo di preghiera e di grazie celesti per tutti i bisogni dell'umanità e della Chiesa: «Appunto perché il mese di maggio porta questo potente richiamo a più intesa e fiduciosa preghiera, e perché in esso le nostre suppliche trovano più facile accesso al cuore misericordioso della Vergine, fu cara consuetudine dei Nostri Predecessori scegliere questo mese consacrato a Maria, per invitare il popolo cristiano a pubbliche preghiere, ogni qualvolta lo richiedessero i bisogni della Chiesa, o qualche minaccioso pericolo incombesse sul mondo».
Ricorriamo alla Madonna ogni giorno di questo mese con la recita devota del Santo Rosario, di questa preghiera mariana che il Papa Paolo VI considerava e chiamava «compendio di tutto quanto il Vangelo».
Ai piedi di Maria troviamo la sorgente di ogni grazia e santità.