RADUNO DIOCESANO DELLE CORALI IN CATTEDRALE - Morosini: il canto è evangelizzazione
News del 04/12/2019 Torna all'elenco delle news
“Chi canta bene, prega due volte”. Richiamando l’antico e conosciutissimo detto l’arcivescovo Morosini ha accolto i cori polifonici, provenienti dalle diverse zone della diocesi, che si sono ritrovati insieme in Cattedrale per celebrare la festa di santa Cecilia, patrona della musica, organizzata, nella vigilia della sua festa liturgica il 21 novembre scorso, dalla Commissione diocesana di Musica Sacra presieduta da mons. Giorgio Costantino.
“Attraverso il canto - ha sottolineato l’arcivescovo - vogliamo riscoprire la funzione evangelizzatrice della Chiesa, che nel canto esprime la sua fede, la gioia per la presenza del Signore in mezzo a noi e la speranza verso cui il Signore ci indirizza. Consideriamo il canto liturgico come uno dei tanti modi e segni attraverso i quali il Signore si rende vivo nella comunità cristiana, per farla testimoniare nella fede e nella speranza”. Ed in questo senso il canto ha fatto vibrare all’unisono lo spazio sacro della basilica con le voci armoniche e potenti dell’assemblea dei cantori reggini, dirette dal maestro Carmen Cantarella e dal prof. Antonino Sorgonà, e sostenute all’organo dal maestro Francesco Saporita, durante tutta la sacra liturgia, concelebrata, insieme all’arcivescovo, da mons. Giorgio Costantino, mons. Demetrio Sarica e don Antonio Alvaro, rispettivamente prevosto e cappellano della Cattedrale.
“L’Eucaristia è un rendimento di grazie al Signore che voi esprimete attraverso il canto”, ha esordito il presule durante l’omelia, traendo dalle letture della festa della presentazione al tempio della Vergine Maria, dal “ricordo della consacrazione della Vergine al Signore come segno della presenza di Dio”, il messaggio da consegnare ai coristi: “cercate di offrirvi a Dio come segno della sua presenza in mezzo a noi, che invita alla fede. Siate persone di fede che attraverso l’esercizio del loro ministero nella Chiesa trasmettono bene e promuovono la fede in mezzo al popolo di Dio. Se il vostro canto non è un’esperienza di fede, se attraverso il vostro canto, non vi elevate alle dimensioni della fede, se soprattutto attraverso il canto non riuscite a captare la presenza di Dio per entrare in comunione con Lui, certamente non lo realizzerete nel cuore degli altri”.
Solo andando al cuore dell’esperienza religiosa, attraverso quella capacità di discernimento che fa cogliere i segni della presenza di Dio nella storia, ha spiegato l’arcivescovo, si può generare un cambiamento intorno a sé. Partendo dalla capacità attrattiva del canto, che tocca le corde più profonde del cuore, ed è capace di suscitare la conversione, ha invitato i coristi a leggere il loro compito nelle varie comunità ecclesiali, come “funzione di sorreggere, accompagnare, vivificare la liturgia, perché solo quando la liturgia è sorretta da un canto ben preparato, da un canto che a sua volta trasmette la fede, che rende ancora più viva la presenza di Dio, il canto liturgico diventa veramente un veicolo perché la persona possa essere indotta a pregare il Signore, a quella contemplazione, a quell’incontro con sé stessi che ci può consentire di incontrare Dio”. Ricordando infine a tutti “un principio che non dobbiamo mai dimenticare: la liturgia non è una rappresentazione teatrale, è celebrazione della comunità, ed il coro deve sorreggere il canto della comunità, non sostituirsi ad essa”, ha ringraziato i cori e tutti coloro che si occupano della loro organizzazione per “il servizio prezioso che rendono nelle varie realtà, un servizio da custodire sempre”.
Mons, Giorgio Costantino, ringraziando l’arcivescovo per la sua paterna presenza e benedizione e per il suo incoraggiamento ai coristi nella loro missione evangelizzatrice, ha ricordato l’importanza del ruolo dei cori nelle parrocchie, all’interno dell’animazione liturgica, come vero e proprio ministero: “già il Concilio Vaticano II ha sottolineato eminentemente che il canto è parte necessaria e integrante della liturgia. Il canto attira veramente: quando la gente entra in chiesa e noi cantiamo pregando, suscitiamo delle forti emozioni nel cuore della gente. Ma questo noi lo provochiamo soltanto se cantando preghiamo, non se ci esibiamo. Il pericolo è alle volte quello di esibirci”.
Al termine della celebrazione è stato consegnato dall’arcivescovo un attestato di partecipazione ai presidenti o direttori dei cori presenti, tra i quali il Coro “San Paolo”, il Coro Giovanile “Laudamus”, il Coro Italia Campagna, i cori “Decor Carmeli”, “Giovanni e Franca Barreca”, “Musica Nova”, “Sacro Cuore”, “San Pio da Pietrelcina”, “S. Giovanni Battista “ di Prunella.
di Antonia Cogliandro (pubblicato su L'Avvenire di Calabria di domenica 1 dicembre 2019)
GUARDA TUTTE LE FOTO NELLA FOTOGALLERY DEL SITO
LEGGI SU www.avveniredicalabria.it