Catecumeni: la testimonianza di Emmanuele, della parrocchia del Ss. Salvatore: quando l'Amore vince su tutto
News del 02/06/2019 Torna all'elenco delle news
Quando la fede significa scoprire che l’amore vince su tutto.
E’ la chiave per interpretare la storia del quaranticinquenne Emmanuele Morano, uno dei cinque adulti battezzati nella recente veglia pasquale: l’amore è quello per Rita, la sua fidanzata, dalla quale ha imparato ad amare Gesù.
Nel raccontarsi inizia da qui: “mi sono avvicinato alla fede grazie a lei. Quando l’ho conosciuta mi ha colpito subito il fatto che avesse una fede incrollabile, nonostante le grandi sofferenze inflitte dalla sua disabilità. Ha suscitato in me il desiderio di conoscere intimamente Gesù, mi ha fatto capire che ha sofferto sulla croce perché ci ama e ci ha amati per primo”.
Amore è una parola che Emmanuele ripete più volte, perché è a partire da questa che la sua vita è cambiata, che ha trovato un senso. “Rita è stata la mia Galilea”, dice, ed è il momento in cui i loro sguardi si sono incrociati quello in cui ha visto anche il volto di Dio. Una scintilla che ha acceso il fuoco, che ha ricapitolato il cammino della sua vita portandola ai nastri di una ripartenza: essere un bravo ragazzo non gli bastava più, al di là degli insuccessi, delle insoddisfazioni, delle ingiustizie che non trovavano una spiegazione, Emmanuele ha sentito che poteva andare oltre, dove solo l’amore vince, libera, riscatta.
“Tutti possono convertirsi – dice – come il ladrone sulla croce. La fede deve essere un cammino, un’esperienza che si acquisisce con una continua testimonianza. Ora mi meraviglio di me stesso, quando mi ritrovo a pregare per la persona che mi ha fatto del male. Essere cristiano vuol dire anche perdonare”.
Il suo volto si illumina di una gioia contagiosa, mentre tiene la mano di Rita che annuisce sorridendo dolcemente, poi prosegue tutto d’un fiato. “Qualche anno prima della mia nascita i miei genitori sono diventati testimoni di Geova, quindi sono cresciuto con gli insegnamenti della Bibbia, però era una fede senza radici solide. Durante il mio cammino di conversione ho vissuto alcuni momenti di difficoltà, mi sono reso conto che amare incondizionatamente, accostarsi al sacramento della riconciliazione, partecipare attivamente alla vita comunitaria parrocchiale, sono tutte cose davvero impegnative, ma poi ho capito che amando il Signore tutto diventerà lieve e non gravoso. Arrivato al giorno della veglia pasquale mi sono immedesimato in San Tommaso che si era perso il ritorno di Cristo risorto, i suoi dubbi in fondo li abbiamo tutti noi, ma siamo continuamente spronati dal Signore a portarli al legno della Croce, dove troveranno risposta, non stanchiamoci mai di ascoltare la Parola di Dio. Come Tommaso ero assente al primo incontro con Gesù, da bambino, ma ecco che in età adulta il Signore ha ribussato alla porta del mio cuore e stavolta si è aperto a Lui! Anch’io la notte della Veglia Pasquale sono diventato un testimone della risurrezione perché l’ho creduta e fatta mia. Ora sarà mio dovere testimoniarla agli altri con la fede e le opere”.
E’ ancora vivo in Emmanuele il ricordo del rito di iniziazione cristiana in Cattedrale: “ero emozionatissimo ed impaziente di ricevere il battesimo. L’acqua benedetta, al contatto con la mia testa, l’ho sentita gelata, quasi che volesse scuotermi dal torpore per farmi capire che la nuova vita implica una forte inversione di rotta, deve cambiare radicalmente. Quando ho potuto ricevere il sacramento dell’eucaristia, l’emozione è stata immensa, ho sentito per un giorno intero il sapore dell’ostia e del vino consacrati”.
Emmanuele è stato adottato dalla parrocchia del Ss. Salvatore, dove vive Rita con la sua famiglia, che da sempre vi è attivamente impegnata. Per don Antonio Bacciarelli, che per la prima volta ha vissuto l’itinerario catecumenale di un adulto “è stata un’esperienza positiva e ha arricchito tutti, suscitando nella comunità una viva partecipazione e coinvolgimento, interrogando il modo di essere cristiani abitudinari”.
Emmanuele, da parte sua, si è già perfettamente inserito nel gruppo Adulti di Azione Cattolica della parrocchia, grazie anche alla sua catechista Angela Colucci, che ne è l’animatrice. “Poter accompagnare Emmanuele nel suo cammino ha fatto crescere tutto il gruppo ed è servito a rinvigorire la nostra fede”, dice.
Il suo padrino, Lillo Fornace, impegnato sia nel gruppo adulti AC che nella Caritas parrocchiale, racconta: ”sono rimasto piacevolmente sorpreso che abbia scelto proprio me, poi ho capito che il Signore mi vuole bene veramente, perché mi ha regalato intense emozioni, vedere la sua fede maturare di giorno in giorno è stato motivo di crescita spirituale anche per me e di riassaporare la grazia dei sacramenti ricevuti rivivendoli con lui”.
di Antonia Cogliandro, pubblicato su L'Avvenire di Calabria del 2 giugno 2019