Ritorna il tempo ordinario della liturgia: è tempo di ritrovare la straordinarietà nel quotidiano!

News del 13/01/2025 Torna all'elenco delle news

Chiuso il Tempo di Natale, da lunedì 13 gennaio 2025, il primo lunedì dopo l'Epifania, la liturgia riprende il tempo Ordinario, in attesa di entrare nel tempo di Quaresima e poi in quello, lunghissimo, di Pasqua.

Coincide con il ritorno ai ritmi della vita quotidiana dopo le festività, ma per il cristiano non è un tempo banale, abitudinario, come il temine potrebbe far intendere.

Il tempo ordiario

Il Tempo "Ordinario" comprende 34 o 33 settimane. Comincia il lunedì dopo la domenica che segue il 6 gennaio, e termina con il mercoledì delle Ceneri); il lunedì dopo la domenica di Pentecoste inizia il secondo periodo del tempo ordinario e termina il sabato che precede la prima domenica di Avvento.

La "feria"

Sul termine latino "feria", singolare di "feriae" (che designa le celebrazioni, i giorni di festa, il riposo), la Chiesa ha coniato l'aggettivo "feriale" per designare i giorni della settimana, poiché per il cristiano ogni giorno è una festa; dunque anche il tempo ordinario è, per lui, qualcosa di straordinario, perché la sua vita è trasformata; essa è nascosta con Cristo.

Dom Cozien, abate di Solesmes, parlava spesso del suo amore per l'ordinario perché esso è la trama di una vita straordinariamente ricca; nell'aggettivo "ordinario" c'è l'idea di ordine, della perfetta armonia rispetto al disegno di Dio, del mettere in ordine l'insieme delle nostre azioni conformemente al piano divino che è tutto d'amore. Ne risulta la pace che è, secondo san Tommaso, la "tranquillità dell'ordine", cioè la stabilità di quando ogni cosa è al posto giusto.

"Il Signore è vicino! Non angustiatevi per nulla, ma in ogni necessità esponete a Dio le vostre richieste, con preghiere, suppliche e ringraziamenti; e la pace di Dio, che sorpassa ogni intelligenza, custodirà i vostri cuori e i vostri pensieri in Cristo Gesù". È il programma di vita cristiana che san Paolo tracciava per i Filippesi (Fil 4,6-7); e continuava così; "In conclusione, fratelli, tutto quello che è vero, nobile, giusto, puro, amabile, onorato, quello che è virtù e merita lode, tutto questo sia oggetto dei vostri pensieri". Questo passo definisce bene cosa sia il tempo ordinario. Dopo la celebrazione dei grandi misteri di Cristo, giunge il tempo della Chiesa, il tempo di mettere in pratica tutti i suoi insegnamenti e di meditare la sua parola. È per questo che i vangeli del tempo ordinario riprendono volta per volta ciascuno dei Sinottici per meditare la vita di Cristo e il suo messaggio, alla luce di ciascuno degli evangelisti e nella sua propria prospettiva.

Tempo di speranza

Il tempo ordinario è un periodo di attesa e di speranza; da qui la scelta del colore liturgico: il verde. Fra le diverse domeniche si pongono alcune grandi festività, meditazione sul mistero della Trinità, quello dell'Eucaristia, quello dell'amore del Cuore di Gesù; quindi le grandi feste dei santi: san Giovanni Battista, santi Pietro e Paolo, san Michele e, soprattutto, Santa Maria nelle sue grandi solennità. Questo tempo liturgico sfocia nella celebrazione della Chiesa trionfante nella festività di Tutti i Santi, della Chiesa militante nella festa della Dedicazione, e si prega per la Chiesa sofferente (i morti al purgatorio); si celebra quindi Cristo Re.

tratto da www.lachiesa.it

 

Il tempo è compiuto

Inizia oggi il cosiddetto tempo "ordinario" prima della Quaresima. L'aggettivo "ordinario" potrebbe indurci in errore se gli attribuiamo il significato di dimesso, non importante, usuale. La liturgia cattolica non consente mai una simile interpretazione, perché il tempo ha sempre una sua sacralità ed una primaria importanza, ci consente infatti di immergerci in Dio e realizzare in noi il suo progetto di amore e di santificazione. Ci viene in soccorso a proposito anche il Vangelo di oggi, che ci riporta la prima brevissima omelia del Signore: «Il tempo è compiuto e il regno di Dio è vicino; convertitevi e credete al vangelo». La pienezza del tempo significa la presenza del Figlio di Dio incarnato e vivo tra noi, significa ancora il suo annuncio di salvezza, implica una chiamata e un impegno per ciascuno di noi. L'impegno è quello di accogliere la persona del Cristo come nostro redentore e salvatore, ascoltare il suo messaggio e convertirsi alle verità che egli ci rivela. È l'impegno della conversione, l'impegno di assumere in noi la grazia per cambiare rotta se ci ritroviamo a muoverci con la nostra vita per strade e direzioni diverse da quelle che lui ci indica. È in questo contesto che Gesù comincia a formare il primo nucleo della sua futura chiesa: i primi a cambiare mestiere e vita, perché chiamati dal Signore sono prima Andrea e Simone, suo fratello e poi i figli di Zebedeo, Giacomo e Giovanni. Da pescatori di pesci dovranno diventare pescatori di uomini, nel mare più vasto del mondo. L'incontro personale con Cristo sconvolge tutti i loro piani: devono lasciare le barche, le reti, i garzoni e tutto ciò che alimentava la loro esistenza. Molto spesso convertirsi significa avere il coraggio di abbandonare o almeno ridimensionare le false sicurezze per scoprire ed attuare un progetto che più direttamente ci conduce a conseguire gli obiettivi primari dell'esistenza umana. Solo con la fede ben alimentata possiamo raggiungere un tale obiettivo. (Monaci Benedettini Silvestrini)

 

La straordinarietà del quotidiano

Ritorna il tempo Ordinario perché abbiamo chiuso la breve ma intensa parentesi del tempo di Natale, in cui siamo stati invitati ancora e ancora a stupirci della presenza di un Dio che - per amore - diventa volto, sorriso, cuore, bene. Riprendiamo oggi la quotidianità, la normalità con un cuore diverso, perché Dio ci ama di un amore tenero e non ha bisogno di luoghi o tempi speciali per amarmi, non necessita di eventi straordinari per manifestarsi. Ormai ogni luogo è santo, ogni tempo è sacro. Dio riempie di stupore l'oggi faticoso e banale che viviamo con rassegnazione o rabbia. 

Auguro a tutti di scoprire la straordinarietà del quotidiano, come ci ha insegnato Cristo, Signore del tempo.

Esiste forse un giorno "normale" se è abitato da Dio? No, tutto è luminoso, anche il lavoro, anche la ripresa della scuola, anche la fatica. Come sanno bene Pietro e Andrea, chiamati all'avventura straordinaria di essere discepoli di Dio proprio mentre stanno riassettando le reti, anzi, alla fine di una giornata di lavoro che ci immaginiamo faticosa e fatta di asprezza e dolore. Gesù passa e li invita a diventare pescatori di umanità, a tirar fuori dalle persone che incontreranno e da loro stessi la vera umanità.

Riprendiamo il lavoro e la scuola, iniziamo la nostra settimana nella consapevolezza che Dio viene a chiamarci proprio là dove siamo, in coda sulla tangenziale o in metro, mentre facciamo delle fotocopie e spediamo una mail, mentre riassettiamo casa o prepariamo pranzo per i nostri famigliari. Ogni luogo e ogni tempo, da Cristo, sono sacri, perché abitati da Dio.

Questa è l'"ordinarietà" di Dio, così meravigliosamente semplice, così disarmante: il Signore ci chiede di riconoscerlo nel caos quotidiano, nella noia dell'abitudine poiché, ora, egli la abita e la riempie. Dio è presente, convertiti, accorgitene, vedilo.

tratto da www.lachiesa.it

 

Concluso il tempo di Natale, il calendario liturgico ci porta nel tempo ordinario

Concluso il tempo di Natale, il calendario liturgico della Chiesa cattolica di rito romano-latino, indica alle comunità e ai singoli il periodo denominato, con indicazione latina, “Per annum”, tradotto con la espressione “Tempo ordinario”. Quest’espressione è stata preferita all’altra “Tempo tra l’anno” precedentemente usata.

Significato del tempo ordinario

Il valore di questo tempo liturgico è dato dal fatto che non viene celebrato un evento particolare del mistero di Cristo, ma viene celebrato tale mistero nella sua globalità. La rilevante sottolineatura dei “Tempi forti” – Avvento, Natale, Quaresima e Pasqua – fa considerare, talora, questo periodo come meno significativo e di poca rilevanza. L’anno liturgico ha invece il suo significato pieno nella celebrazione, nel corso di un anno, dell’intero mistero di Cristo e dell’opera della salvezza. Il tempo ordinario propone, specie nelle domeniche, questa attualizzazione della Pasqua, nell’oggi delle comunità e dei singoli.

Struttura del tempo ordinario

Il periodo dell’anno liturgico che porta questo nome è molto esteso comprendendo ben 34 domeniche e relative settimane (con i singoli giorni feriali). Una prima parte di questo tempo liturgico inizia nella settimana dopo la festa del Battesimo del Signore (7 gennaio nel 2024) e termina il mercoledì delle Ceneri (il 14 febbraio 2024). Sono sei domeniche. La ripresa del tempo ordinario avviene il giorno seguente la domenica di Pentecoste (con la settima settimana, quest’anno il 20 maggio 2024). Dopo le due domeniche dedicate alla Santissima Trinità e del Santissimo Corpo e Sangue di Cristo, si riprende con la decima domenica (il 9 giugno 2024). La lunga sequenza si conclude con la 34a domenica, nella quale si celebra la solennità di Nostro Signore Gesù Cristo Re dell’Universo (il 24 novembre 2024). Con l’ultima settimana si conclude l’Anno Liturgico (anno 2023-2024 del calendario civile).

La Liturgia della Parola nel tempo ordinario

La costruzione della Liturgia della Parola delle domeniche del Tempo Ordinario ha la sua centralità nel brano del Vangelo proposto. In quest’anno, denominato “Anni B”, i brani annunciati sono dell’evangelista Marco. Viene proposta, di domenica in domenica, una lettura semicontinua. In relazione al brano del Vangelo è stato scelto, come prima lettura, un brano dell’Antico Testamento. È un collegamento colto dal compilatore e che viene richiamato dal titoletto dato al brano stesso, riportato dal Lezionario, ma non letto nella proclamazione della lettura. Si evidenzia con questa scelta il legame tra i due Testamenti: l’anticipo e l’annuncio nell’Antico, la piena realizzazione, in Cristo Gesù, nel Nuovo.

È ormai noto come la seconda lettura di queste domeniche è presa dalle lettere dell’apostolo Paolo e dell’apostolo Giacomo, senza alcun collegamento, se non occasionale, con le altre due letture. Nell’anno B, con lettura semicontinua saranno proclamati brani con la seguente progressione: prima ai Corinti (capitoli 6-11), seconda ai Corinti, agli Efesini, lettera di Giacomo, lettera agli Ebrei (cap. 2-10).

Per i giorni feriali delle settimane del Tempo Ordinario la struttura della Liturgia della Parola di Dio nelle Messe è data da una prima lettura e da un brano del Vangelo. La prima lettura propone, alternativamente, periodi con la proclamazione di libri di uno dei due Testamenti. Il corrente anno 2024 è denominato anno II (o anno pari). Le prime settimane propongono brani dai libri primo e secondo di Samuele, primo dei Re (capp. 1-16). I brani del Vangelo proclamati sono dei tre evangelisti sinottici, con lettura semicontinua, nell’ordine: Marco, Matteo e Luca. A ognuno di loro sono dedicate una decina di settimane. Il legame tra Vangelo e prima lettura è solo occasionale e non cercato dal compilatore.


Caratteristiche celebrative

Il colore verde è caratteristico del tempo ordinario e lo richiama nei paramenti dei ministri sacri, nel drappo del leggio all’ambone e nella tendina del tabernacolo. Per il lezionario festivo viene utilizzato per tutto il periodo il volume “B”. Per i giorni feriali viene utilizzato il Lezionario feriale – anno pari.

tratto da chiesabellunofeltre.it