17 gennaio 2016: Celebrazione Diocesana del Giubileo dei Migranti in Cattedrale - Messaggio dell'arcivescovo Morosini

News del 12/01/2016 Torna all'elenco delle news

Primo appuntamento con le Celebrazioni diocesane del Giubileo Straordinario della Misericordia questo del Giubileo dei Migranti: alle ore 18.00 Solenne Celebrazione Eucaristica presieduta dall'arcivescovo Morosini.

 

Papa Francesco ha voluto “sintonizzare” la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato, con l’Anno giubilare, “nel quale la braccia spalancate del Dio misericordioso sono un continuo stimolo a spalancare anche noi le braccia a questi fratelli che vengono da lontano”. E’ quanto scrive mons. Giuseppe Fiorini Morosini, arcivescovo di Reggio Calabria-Bova, in un messaggio alla diocesi in occasione della Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato che si celebra domenica prossima.

La loro stessa presenza ci ricorda che “nella Chiesa non ci sono stranieri, mette in evidenza e ci fa in qualche modo sperimentare la cattolicità, la dimensione universale della nostra vita cristiana”, aggiunge il presule ricordando che con tanti migranti “stiamo percorrendo assieme un cammino di integrazione reciproca, ci incontriamo con loro in ogni ambito della nostra vita sociale ed anche dentro le nostre case, dove svolgono servizi preziosi.

Tanti altri invece, specialmente fra gli ultimi arrivati, stanno lottando contro dure difficoltà, quasi in una lotta per la sopravvivenza loro personale e delle proprie famiglie”. “Sappiamo bene – prosegue il presule - che in questi ultimi anni gli esodi di massa più che una migrazione di libera scelta sono una fuga sotto l’incubo di guerre, disordini civili, miseria e fame. Senza una mano amica essi rischiano di smarrirsi in una drammatica solitudine, senza speranza, in preda a sentimenti di profonda frustrazione e forse di latente ribellione, da cui non riescono ad uscire da soli”. In Calabria, e particolarmente a Reggio Calabriua – prosegue mons. Morosini - siamo spettatori diretti di una realtà così dura; al nostro porto, nell’ultimo biennio, sono approdati circa quarantamila diseredati, fuggiti dall’altra sponda del Mediterraneo e questi sbarchi non si interrompono nemmeno in questa rigida stagione: l’ultimo, il giorno stesso di Natale”. Il presule ricorda la sua visita recentemente al Porto della Città dove ha aperto “idealmente” una Porta Santa e ha ho gettato in mare un mazzo di fiori in ricordo dei migranti morti augurandosi che questo “non sia un mero gesto simbolico, ma esprima i sentimenti e i propositi di tutta la nostra Chiesa di Reggio: sentimenti di comprensione, di solidarietà, di condivisione che si concretizza anche con la piccola offerta, prescritta dalla Chiesa Italiana per questa Giornata”.

A Reggio Calabria la celebrazione principale della Giornata si terrà nella cattedrale alle ore 18.00. I partecipanti, italiani e immigrati, si troveranno in Piazza S. Agostino per le ore 17.00 da dove si procederà verso la cattedrale e si entrerà attraverso la Porta Santa per partecipare alla Messa presieduta dall’arcivescovo. La liturgia della Parola come pure la Preghiera dei fedeli saranno proclamate da immigrati nelle loro lingue, ma a tutti viene consegnato un dépliant con la rispettiva traduzione in italiano. Alla presentazione delle offerte altri immigrati porteranno all’altare un bastone e un paio di sandali, segno del lungo cammino che hanno dovuto affrontare in quest’esodo più o meno forzato dal loro Paese e una tunica bianca che al momento dello sbarco viene fatta indossare da chi ha bisogno di cure o controlli sanitari urgenti. Verso la fine della celebrazione i presenti reciteranno coralmente la preghiera dell’Anno Santo composta da Papa Francesco.

 

Messaggio di S.E. Mons. Giuseppe Fiorini Morosini

Approssimandosi la Giornata Mondiale del Migrante e del Rifugiato di domenica 17 gennaio, vengo a sollecitare la vostra cordiale e attiva partecipazione, come singoli e come comunità parrocchiale, a questo evento di grazia. Dandole per tema: “Migranti e Rifugiati ci interpellano – La risposta del Vangelo della misericordia”, Papa Francesco ha voluto sintonizzare la Giornata con l’Anno giubilare, nel quale la braccia spalancate del Dio misericordioso sono un continuo stimolo a spalancare anche noi le braccia a questi fratelli che vengono da lontano.

La loro stessa presenza ci ricorda che nella Chiesa non ci sono stranieri, mette in evidenza e ci fa in qualche modo sperimentare la cattolicità, la dimensione universale della nostra vita cristiana. Con tanti di loro, giunti tra noi da diversi anni, siamo in una convivenza pacifica; stiamo percorrendo assieme un cammino di integrazione reciproca, ci incontriamo con loro in ogni ambito della nostra vita sociale ed anche dentro le nostre case, dove svolgono servizi preziosi. Tanti altri invece, specialmente fra gli ultimi arrivati, stanno lottando contro dure difficoltà, quasi in una lotta per la sopravvivenza loro personale e delle proprie famiglie. Proprio guardando a loro il Santo Padre, nella bolla di indizione del Giubileo, enumera ad una ad una le opere di misericordia corporale e spirituale; i migranti ci danno occasioni qualificate per esercitarle.

Ma è necessaria una obiettiva e realistica visione della situazione. Sappiamo bene che in questi ultimi anni gli esodi di massa più che una migrazione di libera scelta sono una fuga sotto l’incubo di guerre, disordini civili, miseria e fame.

Senza una mano amica essi rischiano di smarrirsi in una drammatica solitudine, senza speranza, in preda a sentimenti di profonda frustrazione e forse di latente ribellione, da cui non riescono ad uscire da soli.

In questa terra di Calabria, e particolarmente a Reggio, siamo spettatori diretti di una realtà così dura; al nostro porto, nell’ultimo biennio, sono approdati circa quarantamila diseredati, fuggiti dall’altra sponda del Mediterraneo e questi sbarchi non si interrompono nemmeno in questa rigida stagione: l’ultimo, il giorno stesso di Natale. 

Qualche giorno prima mi ero recato anch’io al porto, per aprire idealmente una Porta Santa nel grande tendone dove tanti volontari di matrice ecclesiale ad ogni sbarco sono presenti per un primo pronto intervento; spero vivamente che il mazzo di fiori che alla fine ho gettato in mare non sia un mero gesto simbolico, ma esprima i sentimenti e i propositi di tutta la nostra Chiesa di Reggio: sentimenti di comprensione, di solidarietà, di condivisione che si concretizza anche con la piccola offerta, prescritta dalla Chiesa Italiana per questa Giornata. E lasciamoci interpellare da questi fratelli perché sentimenti e comportamenti nostri siano sempre ispirati dal “Vangelo della misericordia”.