8 gennaio 2016 - Quarto incontro de "La famiglia e la sfida sociale per la Chiesa": "La famiglia è il capolavoro della società" con don Simone Gatto
News del 08/01/2016 Torna all'elenco delle news
“La famiglia è il capolavoro della società”, da questa frase di papa Francesco prende il titolo del prossimo incontro del cammino alla scoperta della Dottrina Sociale della Chiesa intrapreso con l’Ufficio Diocesano Famiglia. “La famiglia e la sfida sociale della Chiesa” arriva al suo quarto appuntamento fissato per venerdì 8 gennaio alle ore 19 sempre presso la sala mons. Ferro ed insieme a don Simone Gatto, co-direttore dell’Ufficio Diocesano Famiglia, si discuterà, appunto, di famiglia.
Non è un caso che si sia scelta una frase di papa Francesco per promuovere il prossimo incontro, e già il nostro arcivescovo aveva scelto la stessa frase per titolare la tre giorni di incontri dedicati alla famiglia tenutasi l’8, il 9 ed il 10 giugno scorsi. L’attuale Pontefice, infatti, dall’inizio del suo apostolato continua a dedicare grande attenzione alle tematiche della famiglia. Numerose le sue catechesi sul valore della vita sponsale, sulla preziosità del matrimonio unicamente fra uomo e donna e sulle sfide e le problematiche che quotidianamente devono essere affrontate in questa società spesso troppo frenetica. Sfide che oggi possono essere sostenute alla luce di quanto emerso dai due recenti sinodi sulla famiglia ma anche col sostegno dei principi espressi dalla Dottrina Sociale della Chiesa.
Nel Compendio per la Dottrina Sociale della Chiesa leggiamo che “L'importanza e la centralità della famiglia, in ordine alla persona e alla società, è ripetutamente sottolineata nella Sacra Scrittura: «Non è bene che l'uomo sia solo» (Gen 2,18). Fin dai testi che narrano la creazione dell'uomo emerge come — nel disegno di Dio — la coppia costituisca «la prima forma di comunione di persone». Eva è creata simile ad Adamo, come colei che, nella sua alterità, lo completa per formare con lui «una sola carne» (Gen 2,24). Al tempo stesso, entrambi sono impegnati nel compito procreativo, che li rende collaboratori del Creatore: «Siate fecondi e moltiplicatevi, riempite la terra» (Gen 1,28). La famiglia si delinea, nel disegno del Creatore, come «il luogo primario della “umanizzazione” della persona e della società » e «culla della vita e dell'amore». La famiglia, quindi, per il Cristiano, ha un valore incommensurabile. D’altronde, come ci ricorda sempre il Compendio, “Gesù nacque e visse in una famiglia concreta accogliendone tutte le caratteristiche proprie1 e conferì eccelsa dignità all'istituto matrimoniale, costituendolo come sacramento della nuova alleanza. In tale prospettiva, la coppia trova tutta la sua dignità e la famiglia la saldezza sua propria.”
Ma per la Chiesa la famiglia ha un ruolo centrale anche per la collettività in quanto “prima società naturale, titolare di diritti propri e originari, e la pone al centro della vita sociale: relegare la famiglia «ad un ruolo subalterno e secondario, escludendola dalla posizione che le spetta nella società, significa recare un grave danno all'autentica crescita dell'intero corpo sociale». Infatti, la famiglia, che nasce dall'intima comunione di vita e d'amore coniugale fondata sul matrimonio tra un uomo e una donna, possiede una sua specifica e originaria dimensione sociale, in quanto luogo primario di relazioni interpersonali, prima e vitale cellula della società: essa è un'istituzione divina che sta a fondamento della vita delle persone, come prototipo di ogni ordinamento sociale”. Il Compendio continua dicendoci che “La famiglia è importante e centrale in riferimento alla persona. In questa culla della vita e dell'amore, l'uomo nasce e cresce: quando nasce un bambino, alla società viene fatto il dono di una nuova persona, che è «chiamata dall'intimo di sé alla comunione con gli altri e alla donazione agli altri». Nella famiglia, pertanto, il dono reciproco di sé da parte dell'uomo e della donna uniti in matrimonio crea un ambiente di vita nel quale il bambino può « sviluppare le sue potenzialità, diventare consapevole della sua dignità e prepararsi ad affrontare il suo unico ed irripetibile destino»”.
di don Davide Imeneo, tratto da www.reggiobova.it