11 dicembre 2015 - Incontro su “La responsabilità del bene comune: sussidiarietà, partecipazione, solidarietà”
News del 10/12/2015 Torna all'elenco delle news
Il percorso culturale “La famiglia e la sfida sociale per la Chiesa”, intrapreso dall’Ufficio Diocesano Famiglia per intraprendere un cammino di evangelizzazione incentrato sugli insegnamenti della Dottrina Sociale della Chiesa, arriva al suo terzo appuntamento. Tema dell’incontro sarà “La responsabilità del bene comune: sussidiarietà, partecipazione, solidarietà” ed interverrà don Giuseppe Dieni, parroco ma anche assistente diocesano del Movimento Lavoratori di Azione Cattolica, consulente ecclesiastico dell’Unione Cristiana Imprenditori Dirigenti di Reggio Calabria ed anche consulente ecclesiastico dell’Ufficio Diocesano per i problemi Sociali e del Lavoro. Ancora una volta, quindi, viene coinvolta una persona di grande spessore culturale e di impegno nella società ma che è anche espressione diretta della Diocesi di Reggio Bova, una famiglia grande, preziosa e capace di esprime tanta qualità umana, culturale e spirituale.
L’incontro si terrà, come sempre, presso la sala "mons. Ferro" della Curia Arcivescovile a partire dalle ore 19.00.
Nei precedenti tre appuntamenti, pur nella differenza delle tematiche trattate, è sempre emersa la centralità della persona umana ma considerata essenziale solo all’interno di una comunità e quindi in relazione con gli altri. Una visione, quindi, fortemente anti-individualistica della persona quella che propone la Chiesa e che cozza fortemente con il clima culturale post moderno dove a dominare è una visione atomistica dell’Uomo, sempre più isolato e chiuso nei suoi desideri, nelle proprie verità che poi si traducono in consumi. Non è certamente questa la dimensione della libertà che Dio ha voluto per l’uomo, approfondita nell’incontro di novembre con il magistrato Sabatini, ma piuttosto una pericolosa deriva verso quel totalitarismo che oggi papa Francesco più volte denuncia in quella “dittatura del pensiero unico”. Vivere liberamente insieme agli altri, essere comunità, significa anche assumersi delle responsabilità nei confronti di quel bene che diventa comune a tutti. Ma cosa si intende per bene comune? Il Compendio della Dottrina Sociale della Chiesa ci dice che “il bene comune non consiste nella semplice somma dei beni particolari di ciascun soggetto del corpo sociale. Essendo di tutti e di ciascuno è e rimane comune, perché indivisibile e perché soltanto insieme è possibile raggiungerlo, accrescerlo e custodirlo, anche in vista del futuro. Come l'agire morale del singolo si realizza nel compiere il bene, così l'agire sociale giunge a pienezza realizzando il bene comune. Il bene comune, infatti, può essere inteso come la dimensione sociale e comunitaria del bene morale.” Allora, una società che vuole rimanere al servizio dell’essere umano è quella che si propone come meta il bene comune, e per farlo la Chiesa suggerisce tre strade: sussidiarietà, partecipazione e solidarietà.
Con il principio di sussidiarietà, ci dice sempre il Compendio, si “protegge le persone dagli abusi delle istanze sociali superiori e sollecita queste ultime ad aiutare i singoli individui e i corpi intermedi a sviluppare i loro compiti. Questo principio si impone perché ogni persona, famiglia e corpo intermedio ha qualcosa di originale da offrire alla comunità. L'esperienza attesta che la negazione della sussidiarietà, o la sua limitazione in nome di una pretesa democratizzazione o uguaglianza di tutti nella società, limita e talvolta anche annulla lo spirito di libertà e di iniziativa.” Conseguenza diretta della sussidiarietà è la partecipazione che, seguendo sempre quando esposto nel Compendio, “si esprime, essenzialmente, in una serie di attività mediante le quali il cittadino, come singolo o in associazione con altri, direttamente o a mezzo di propri rappresentanti, contribuisce alla vita culturale, economica, sociale e politica della comunità civile cui appartiene. La partecipazione è un dovere da esercitare consapevolmente da parte di tutti, in modo responsabile e in vista del bene comune.” Infine, la solidarietà, che nel Compendio viene descritta come “una vera e propria virtù morale, non un « sentimento di vaga compassione o di superficiale intenerimento per i mali di tante persone, vicine o lontane. Al contrario, è la determinazione ferma e perseverante di impegnarsi per il bene comune: ossia per il bene di tutti e di ciascuno, perché tutti siamo veramente responsabili di tutti. La solidarietà assurge al rango di virtù sociale fondamentale poiché si colloca nella dimensione della giustizia, virtù orientata per eccellenza al bene comune, e nell'impegno per il bene del prossimo con la disponibilità, in senso evangelico, a ‘perdersi’ a favore dell'altro invece di sfruttarlo, e a ‘servirlo’ invece di opprimerlo per il proprio tornaconto” (Luca Taveri su www.reggiobova.it)