15 agosto - Solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria: anche noi siamo chiamati ad essere germogli di luce nel mondo

News del 14/08/2015 Torna all'elenco delle news

Il mese di agosto ci offre una grande festa: l'Assunzione di Maria al Cielo, una festa che dà un senso, anche se non lo vogliamo, al momento di svago, di riposo e di quanto altro chiamiamo ferragosto.

Il ferragosto raggiunge tutti e sa come cambiare il volto delle nostre città e, se vogliamo, della nostra vita feriale, cercando di darle un volto diverso, di gioia, purtroppo a volte smodata, che va oltre i confini del lecito e della dignità. Non è così che si fa festa.

La vera gioia non può essere delegata al chiasso senz'anima, alle manifestazioni, che a volte bandiscono ogni moralità, quasi esaltando la trasgressione, che è stravolgimento dei valori dell'uomo e dell'umanità.

All'interno di questo momento di riposo e di festa, che rompe con la monotonia della vita, diventata ancora più triste, quest'anno, per la crisi economica che genera insicurezza in tanti, la Chiesa pone una grande solennità che è l'annuncio di cosa ci aspetta dopo il nostro cammino di vita: una vita, che non dovrebbe essere una costruzione della casa sulla sabbia, come direbbe Gesù, ma sulla roccia; una vita protesa oltre i confini di ?questo breve momento', per sconfinare nell'eternità, da cui siamo venuti ed a cui dobbiamo tornare con le carte in regola, davanti a Chi ci ha fatto dono della vita stessa, Dio.

Siamo stati creati per amore, dobbiamo vivere per l'Amore, volando alto, senza fermarci alle cose che non sanno cosa sia l'eternità. La festa di Maria Assunta in Cielo è il richiamo alla vita eterna, alla vera ragione della nostra faticosa esistenza., questa ?valle di lacrime'.

È pericolosa miopia vivere con gli occhi continuamente attratti da ciò che finisce ed è senza futuro, come la bellezza fisica, la ricchezza, il benessere, il potere, la gloria e quanto vogliamo.

La vera sapienza è vivere con i piedi a terra, ma con gli occhi al Cielo.

Così doveva certamente essere la vita di Maria Santissima, la nostra cara Mamma. Una vita vissuta nella pienezza della Grazia, senza sfuggire ai suoi compiti di sposa, di madre, nella semplicità della vita di Nazareth, seguendo con tanta discrezione il Figlio nella sua predicazione, ma non esitando a stargli vicino ?sotto la croce', con una condivisione di amore e dolore totale, per poi gioire della Sua resurrezione, dell'inizio della Chiesa con la Pentecoste, attendendo, come tutti noi, il ritorno al Padre, presso il Figlio: l'Assunzione, appunto.

Uno ?stile' di vita proposto da una Mamma a tutti noi suoi figli. È meraviglioso sapere che la nostra vita non è un vicolo cieco, ma una strada che, superato il limite della morte, trova la sua eternità in Cielo. Quante chiese sono dedicate all'Assunta, come ad indicare a tutti noi la bellezza della vita che ci attende, se seguiamo Maria. Ha detto Papa Francesco: "Il cammino di Maria verso il Cielo è cominciato dal "sì" pronunciato a Nazareth, in risposta al Messaggero celeste che le annunciava la volontà di Dio per lei. E in realtà è proprio così: ogni "sì" a Dio è un passo verso il Cielo, verso la vita eterna. Perché questo vuole il Signore: che tutti i suoi figli abbiano la vita in abbondanza! Dio ci vuole tutti con sé, nella sua casa!

Giusto proporre a voi - ovunque vi troviate - un pensiero, del caro Paolo VI, presto beato, su una solennità che vorremmo preannunci la ?nostra solennità', quando con Maria saremo in cielo.

"Quaggiù è la vita, dice la nostra faticosa, ma apparentemente vittoriosa conquista del mondo circostante, e qui si dirigono e arrestano i nostri desideri; qui arriva la nostra speranza al di là del quadro della nostra immediata esperienza. Il mondo della religione sembra vano; quello soprannaturale, poi, al quale siamo effettivamente destinati, inconcepibile. L'aldilà è sostituito dall'al di qua. L'idea della Madonna che di là appunto ci osserva e ci attende, ci sembra strana e forse importuna. E invece quella Beatissima, se ancora fosse capace di trepidazione e di lacrime, soffrirebbe con noi, vedendoci intenti ad altri fini, che non quelli che a Lei conduce....

In altri termini: siamo forse gente tutta occupata dai desideri e dagli affari di questo mondo, come se altro noi non dovessimo cercare di amare. Così noi non siamo più spiriti veramente religiosi, che conoscono la contingenza radicale delle cose presenti: e non siamo più allenati ad estrarre i valori superiori, quelli morali, connessi con il nostro destino. Ecco allora che il ricordo della assunzione di Maria fa risuonare nelle nostre anime, quasi uno squillo di trombe celesti, una chiamata che parte di là, dall'altra riva della vita, quella oltre il tempo e oltre il quadro del nostro mondo naturale nella sua dispiegata pienezza. Maria ci chiami. Maria ci dia la fede nel Paradiso e la speranza di raggiungerlo. Maria ci aiuti a camminare per la via di quell'amore che a quel beato termine conduce. Maria ci insegni ad operare con bravura e con dedizione, nella cura delle cose di questo mondo, ma ci dia insieme la sapienza e la povertà di spirito che tengono liberi i nostri cuori e agili i nostri animi per la ricerca dei beni eterni. E mettiamo fin d'ora nelle sue mani materne l'epilogo della nostra esistenza: ?Difendici, o Maria, dal nemico invisibile e raccogli la nostra anima'".

E concludiamo con l'invito di Papa Francesco, colmo di serenità e fiducia, a seguire Maria:

"Il Signore ci affida nelle mani piene di amore e di tenerezza della Madre, perché sentiamo il suo sostegno nell'affrontare e vincere le difficoltà del nostro cammino umano e cristiano. Lei, la più umile tra le creature, grazie a Cristo è già arrivata alla meta del pellegrinaggio terreno: è già nella gloria della Trinità. Per questo Maria nostra Madre, la Madonna, risplende per noi come segno di sicura speranza. E' la Madre della speranza; nel nostro cammino, nella nostra strada, Lei è la Madre della speranza. E' la Madre anche che ci consola, la Madre che ci accompagna nel cammino". (26/5/2013).

Omelia di mons. Antonio Riboldi

 

Siamo germogli di luce nel mondo

L'Assunzione di Ma­ria al cielo in anima e corpo è l'icona del nostro futuro, anticipazione di un comune destino: an­nuncia che l'anima è santa, ma che il Creatore non spre­ca le sue meraviglie: anche il corpo è santo e avrà, trasfi­gurato, lo stesso destino del­l'anima. Perché l'uomo è u­no.

I dogmi che riguardano Ma­ria, ben più che un privilegio esclusivo, sono indicazioni esistenziali valide per ogni uomo e ogni donna. Lo in­dica benissimo la lettura dell'Apocalisse: vidi una donna vestita di sole, che sta­va per partorire, e un drago .

Il segno della donna nel cie­lo evoca santa Maria, ma an­che l'intera umanità, la Chiesa di Dio, ciascuno di noi, anche me, piccolo cuo­re ancora vestito d'ombre, ma affamato di sole. Con­tiene la nostra comune vo­cazione: assorbire luce, far­sene custodi (vestita di sole), essere nella vita datori di vi­ta ( stava per partorire): ve­stiti di sole, portatori di vita, capaci di lottare contro il male ( il drago rosso). Indos­sare la luce, trasmettere vi­ta, non cedere al grande ma­le.

La festa dell'Assunta ci chia­ma ad aver fede nell'esito buono, positivo della storia: la terra è incinta di vita e non finirà fra le spire della vio­lenza; il futuro è minaccia­to, ma la bellezza e la vitalità della Donna sono più forti della violenza di qualsiasi drago.

Il Vangelo presenta l'unica pagina in cui sono protago­niste due donne, senza nes­sun'altra presenza, che non sia quella del mistero di Dio pulsante nel grembo. Nel Vangelo profetizzano per prime le madri.

«Benedetta tu fra le donne e benedetto il frutto del tuo grembo». Prima parola di E­lisabetta, che mantiene e prolunga il giuramento irre­vocabile di Dio: Dio li benedisse (Genesi 1,28), e lo e­stende da Maria a ogni don­na, a ogni creatura. La pri­ma parola, la prima germi­nazione di pensiero, l'inizio di ogni dialogo fecondo è quando sai dire all'altro: che tu sia benedetto. Poterlo pensare e poi proclamare a chi ci sta vicino, a chi condi­vide strada e casa, a chi por­ta un mistero, a chi porta un abbraccio: «Tu sei benedet­to», Dio mi benedice con la tua presenza, possa bene­dirti con la mia presenza.

«L'anima mia magnifica il Signore». Magnificare signi­fica fare grande. Ma come può la piccola creatura fare grande il suo Creatore? Tu fai grande Dio nella misura in cui gli dai tempo e cuore. Tu fai piccolo Dio nella misura in cui Lui diminuisce nella tua vita.

Santa Maria ci aiuta a cam­minare occupati dall'avve­nire di cielo che è in noi co­me un germoglio di luce. Ad abitare la terra come lei, be­nedicendo le creature e facendo grande Dio.

Omelia di padre Ermes Ronchi

 

Liturgia e Liturgia della Parola della Solennità dell'Assunzione della Beata Vergine Maria (Anno B) 15 agosto 2015

tratto da www.lachiesa.it