12 giugno 2015: Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù

News del 11/06/2015 Torna all'elenco delle news

La festa del Sacro Cuore è legata alla figura di Santa Margherita Maria Alacoque, una monaca dell'Ordine della Visitazione (fondato da San Francesco di Sales e da Santa Giovanna de Chantal) vissuta in Francia dal 1647 al 1690. Morì all'età di 43 anni, dopo aver vissuto per 19 anni nel Monastero di Paray-le-Monial, dove ebbe lo straordinario privilegio delle rivelazioni di Gesù, che parlava con lei cuore a cuore. Il nome di Santa Margherita Maria Alacoque richiama subito la devozione al Sacro Cuore, e in particolare la novena in suo onore dei primi venerdì del mese.

Il culto al Sacro Cuore è una scuola di santità, esige una profonda rieducazione del cuore, suppone una riforma dei sentimenti, mettendoli all'unisono con il Cuore del Salvatore. Qui c'è tutta la ricchezza (e le esigenze) del Vangelo di Cristo.

Margherita mostrava un grande amore all'Eucaristia, una grande sensibilità verso poveri e sofferenti. Il Noviziato di Margherita non fu facile, nonostante i privilegi mistici da parte di Dio. Era diventata una discepola di Cristo, fattosi suo diretto Maestro. La Superiora e la Comunità capivano e non capivano queste grazie mistiche, la sottoposero a molte prove. Un incarico molto umile: custodire... un asinello! Per Suor Margherita il disagio cresceva soprattutto perché non poteva risvegliare nel mondo, come le aveva ordinato Gesù in una delle visioni, la memoria del suo grande amore per l'umanità attraverso il culto del Sacro Cuore.

Il messaggio centrale che Suor Margherita ricevette nelle rivelazioni di Gesù si può sintetizzare in alcune parole dirette: "Ecco quel Cuore che ha tanto amato gli uomini... però la maggior parte di essi ricambia con ingratitudine, irriverenza verso il SS. Sacramento, sacrilegi". Il messaggio si concentra sempre sul fatto che "Dio ha tanto amato il mondo da dare il suo Figlio"; Cristo presentava il proprio Cuore come simbolo del suo Amore infinito per l'umanità. Cristo assicurava i suoi tesori di misericordia attraverso il culto al Sacro Cuore e all'Eucaristia, da ricevere frequentemente. Chiedeva infine la partecipazione alla riparazione delle offese fatte a Dio.

Le Promesse di Gesù a Santa Margherita Maria Alacoque per i devoti del suo Sacro Cuore:

1. Darò loro tutte le grazie necessarie al loro stato.

2. Porterò soccorso alle famiglie in difficoltà e metterò la pace nelle famiglie divise.

3. Li consolerò nelle loro afflizioni.

4. Sarò il loro sicuro rifugio in vita e specialmente in punto di morte.

5. Spargerò abbondanti benedizioni sopra tutte le loro opere.

6. I peccatori troveranno nel mio Cuore la fonte e l'oceano della Misericordia.

7. Le anime tiepide si infervoreranno.

8. Le anime fervorose giungeranno in breve a grande perfezione.

9. Benedirò i luoghi dove l'immagine del mio Sacro Cuore verrà esposta ed onorata.

10. A tutti coloro che lavoreranno per la salvezza delle anime darò loro il dono di commuovere i cuori più induriti.

11. Il nome di coloro che propagheranno la devozione al mio Sacro Cuore sarà scritto nel mio Cuore e non ne verrà mai cancellato.

12. Io ti prometto, nell'eccesso della Misericordia del mio Cuore, che il mio Amore Onnipotente concederà a tutti coloro che si comunicheranno al Primo Venerdì del mese per nove mesi consecutivi, la grazia della penitenza finale. Essi non moriranno in mia disgrazia, né senza ricevere i Sacramenti, e il mio Cuore sarà il loro asilo sicuro in quell'ora estrema.

Omelia di  don Angelo Sceppacerca

 

Entrare nel cuore di Dio per colmare il nostro cuore

Entrare nel cuore di Dio...E' la proposta che Dio fa all'umanità. Entrare nel suo cuore per comprendere il nostro cuore.

Quando ci sentiamo "pecore smarrite" nella vita, o quando sentiamo e percepiamo il senso di essere "peccatori che vogliono convertirsi", che non stanno bene nella "pelle", nella superficialità del peccato, guardiamo al cuore di Dio, e il nostro cuore si riempie. Entrare nel cuore di Dio per colmare il nostro cuore. Entrare nel Cuore di Dio... Attraverso l'accesso unico e irrepetibile, il solo, il sole di quel Cuore: Gesù.

Attraverso Gesù entriamo con gioia in questo abisso della Misericordia senza alcuna paura del grande Mistero che ci sta di fronte e della profondità del suo avvicinarsi e del nostro avvicinarci e immergerci.

Gesù. Per entrare nel Cuore di Dio e nel nostro stesso cuore basta una parola: Gesù. "...E io sarò salvato"...da tutto ciò che non è amore. 

Omelia di 
don Luciano Sanvito 


Il Cuore che tanto ci ama

"Ecco quel cuore che ha tanto amato gli uomini", così il nostro Redentore si rivelava ad una sua devota ed innamorata, Santa Margherita Maria Alaquoque. Oggi celebriamo quell'amore che è stato riversato nei nostri cuori, che ci ha meritato la salvezza, che ci ha liberati dal male, ci ha riconciliati con il Padre, ci ha fatto riscoprire la fraternità tra noi. L'evangelista Giovanni, che nell'Ultima cena posò il suo capo sul petto del Signore, ebbe il privilegio di sentirne il pulsare intenso mentre egli stava per celebrare la prima consacrazione e poi iniziare la sua crudelissima passione. Maria di Màgdala sentì in lei i salutari effetti di quell'amore, si sentì amata, perdonata e convertita, e con lei una schiera di peccatori, di uomini e donne oppressi dal male fisico e spirituale. Chi di noi non ha sentito con la gioia del perdono l'intensità di quell'amore? Chi dopo una comunione eucaristica non si sentito amato, preso, coinvolto, immerso in quel cuore? La Chiesa ha preso coscienza della perennità di quell'amore, legato al memoriale della sua passione, morte e risurrezione, legato alla fedeltà dei suoi, alla santità di tanti e tante, che lo hanno testimoniato con il martirio e con l'eroicità della virtù cristiane. Siamo certi che il cuore di Cristo pulsa ancora nel nostro mondo e non smette di amarci anche quando abbiamo la triste impressione che alte barriere siano state erette tra noi e Lui. Egli è venuto proprio per abbattere il muro di separazione che il peccato aveva innalzato. In quell'amore egli si rivela ai piccoli, da quell'amore siamo guidati verso il vero bene, in quel cuore troviamo conforto quando siamo affaticati ed oppressi, lì troviamo ristoro, lì pregustiamo i primi bagliori della nostra finale risurrezione. È santa energia per noi, è la forza di Dio in noi per portare i nostri pesi, per fare della fatica della nostra vita, l'offerta quotidiana del nostro volontario tributo di gratitudine e di lode a Cristo e in Lui alla Trinità beata. È un cuore aperto e radioso quello che Cristo ancora oggi ci si mostra, è trafitto dal peccato, ma irradia ancora la sua grazia che ci santifica, che ci purifica e ci rende santi. Oggi fissiamo quel cuore umano e divino, ci immergiamo in esso e ci specchiamo in esso per sorbirne lo splendore, per sintonizzarci con quei battiti, per fargli sentire la nostra infinita gratitudine nello sforzo quotidiano di ripeterne le virtù e di imitarne l'intensità.

Omelia dei Monaci Benedettini Silvestrini 
 

Liturgia della Parola della Solennità del Sacratissimo Cuore di Gesù (anno B) venerdì 12 giugno 2015

tratto da www.lachiesa.it