1 gennaio 2015 - Solennità di Maria Santissima Madre di Dio, Regina della Pace

News del 31/12/2014 Torna all'elenco delle news

Nel primo giorno del nuovo anno civile, la pace ha il volto di Maria che tiene fra le braccia Gesù, vera pace. Siamo invitati allo stupore mentre udiamo ciò che si dice del Bambino. Sono gli altri che parlano di lui e non la Madre. All'inizio del nuovo anno, il Volto di Dio è il Volto di un Bambino, Volto che risplende su di noi, Bambino che nasce come un nuovo anno. Maria medita e custodisce nel cuore: sorride. Giuseppe dialoga con il silenzio e sorride. Gesù, adagiato nella mangiatoia, tutti attende e sorride.

L'augurio di questo "capo d'anno" è questo sorriso, che ci interroga: perché l'uomo oggi non sorride?

Omelia di mons. Giuseppe Giudice
 

Ave Maria, Regina della Pace

Diversi sono i motivi che ci spingono in questo primo giorno dell'anno a riflettere e ad unirci nel rendere grazie al Signore. Il primo dell'anno ci induce a pensare alla brevità della nostra vita. Ma questa stessa precarietà ci spinge a santificare il tempo che ci viene concesso come dono, vivendo nella vigilanza tanto raccomandata dalla Parola di Dio. E' la giornata della Pace. E la famiglia, è la custode della pace. «Lavorare per la famiglia, significa lavorare per la pace», affermava il beato Papa Giovanni Paolo II. Ci chiediamo forse perché la nostra preghiera per la pace non viene esaudita... Non possiamo pretendere che vi sia la pace nella "famiglia delle nazioni" se prima non costruiamo la pace dentro di noi, nelle nostre famiglie e tra i parenti, nelle nostre aggregazioni ecclesiali, nei gruppi parrocchiali. Riusciremo a togliere dal nostro cuore tanta ipocrisia, tante segrete gelosie, tante invidie... i tanti mai palesati egoismi? La pace del mondo è la somma della pace tra i singoli come il mare è la somma di gocce di acqua della terra. Gesù, figlio di Dio e di Maria, è venuto a portare la pace. Lei, la Regina della Pace, ci offre il suo Gesù. Principe della pace perché noi tutti impariamo a vivere nella pace con noi stessi, con il prossimo e con il Signore. Paolo ci ricorda che siamo figli di Dio e quindi come Lui portatori di pace: Quale responsabilità! I pastori che si recano al presepio, una volta contemplato il Bambino, si sentono invasi da un meraviglioso stupore che ammorbidisce i loro caratteri. Ritornano al loro gregge lodando Dio per tutto quello che hanno visto. Maria conserva tutte queste cose meditandole nel suo animo. E Gesù viene circonciso nell'obbedienza alla Legge. Sembrano cose tanto naturali eppure richiedono una padronanza di se stessi per accettare, con serenità, quanto alla ragione sembra strano...

Omelia a cura dei Monaci Benedettini Silvestrini

 

Madre di Dio, madre della pace

Se prestiamo attenzione, la solennità odierna di Maria Madre di Dio è la terza dopo quella della Nascita del Verbo nella carne, ma è anche la prima del calendario di ogni anno sociale. Forse si tratta di una mera coincidenza, ma non è fuori luogo osservare che alla Madre di Dio la Chiesa affida le giornate del nuovo anno incipiente non senza aver tuttavia riconosciuto che la maternità di Maria è conseguenza dello speciale dono del Verbo Incarnato. In parole povere, la Vergine intercederà per noi nel nuovo anno nella sua prerogativa di maternità, ma la sua figura e il suo ruolo sono subordinate a quella del Cristo Bambino, di cui si è fatta celebrazione pochi giorni prima. Come spesso si è ricordato, il culto che spetta alla Vergine è quello dell'"iperdulia", cioè della venerazione al di sopra di tutti gli altri Santi e al di sotto di Dio e del Figlio Gesù Cristo; ebbene la collocazione al 1 Gennaio di ogni anno di questa solennità è un riflesso di questa sua posizione.

Il titolo di Madre di Dio, che la Chiesa condivide con gli Ortodossi e con buona parte delle confessioni protestanti, viene conferito a Maria in quanto Madre di Gesù, il quale incarnandosi nel suo grembo, oltre che Figlio di Dio diventa Figlio dell'Uomo: quando Dio assume natura umana non cessa di essere Dio: egli è vero Dio e vero uomo. Per cui è errato affermare che Maria, nella sua gestazione verginale sia Madre del solo Cristo uomo (Cristotokos, Nestorio). Ella è Madre di Cristo in quanto Uomo e in quanto Dio. Di conseguenza è logico dedurre che Ella è Madre di Dio. E' quanto afferma già Elisabetta (Lc 1, 48) quando riconosce in Maria la "Madre del Mio Signore" e quanto la Chiesa sin dai tempi antichi ha professato, seppure l'avallo del Dogma venne sancito dal Concilio di Efeso.

Se pochissimi giorni fa' abbiamo contemplato che Dio ha voluto scegliere una famiglia terrena alla quale restare sempre sottomesso e sulla quale fondare la propria crescita umana e la propria formazione, adesso riscontriamo da questa stessa Famiglia il ruolo peculiare della Madre.

Non perché non abbia importanza il padre putativo (Giuseppe), ma appunto in ragione dello straordinario parto del Dio Uomo, dello speciale privilegio che Maria ha avuto comunicato dall'angelo e del disegno divino di salvezza di cui è stata destinataria e realizzatrice: come non poter considerare, nel mistero del Natale, la figura di Colei che concepisce nella carne il Figlio di Dio? In Maria il Cristo ha scelto di usufruire, come tutti, di un conforto materno e di un sostegno familiare irrinunciabile, sperimentando l'importanza della figura di una madre mentre procedeva la sua crescita a Nazaret.

La maternità divina di Maria qualifica però la sua figura anche in relazione a noi. Infatti essere Madre di Dio vuol dire estendere la propria maternità a tutti coloro che a Dio sono vincolati, a coloro che sono membra del Corpo di Cristo e che formano la Chiesa, a coloro che Dio vuole riunire a sé per rendere tutti suoi Figli. Maria di conseguenza è anche Madre nostra e sotto questo particolare aspetto guida e assiste tutti gli uomini non solamente nello spazio temporale di un anno ma nell'intero percorso della nostra vita.... Nella sua funzione di maternità universale Maria intercede per la comunione fra tutti gli uomini e il consolidamento dell'unione dei popoli e per questo motivo la giornata di oggi associa la solennità della Madre di Dio alla Giornata mondiale della pace. Intercedendo la Vergine Maria, Benedetto XVI nel suo messaggio sottolinea che la pace è vocazione fondamentale dell'uomo e auspica che si mettano in atto tutte le condizioni per cui si fomentino nel mondo occasioni di pacificazione universale e per cui la pace non si identifichi con il solo tacere delle armi, ma persegua l'obiettivo della verità, del bene comune e della tutela della vita e dei diritti dell'uomo, scongiurando tutti quei sistemi che tolgano spazio alla trascendenza. Non è possibile conseguire la vera pace senza che essa sia riconosciuta come un dono divino che l'uomo ha il dovere di salvaguardare con tutti i mezzi. Nel libro dei Numeri (I lettura) il Signore tramite Mosè annuncia al suo popolo la visione del suo volto e la conseguente prosperità della pace: "Il Signore faccia risplendere per te il suo volto e ti faccia grazia. Il Signore rivolga a te il suo volto e ti conceda pace". Così porranno il mio nome sugli Israeliti e io li benedirò»

Quando si parla del "volto di Dio" si intende sempre l'Essenza di Dio, la sua presenza gratificante a favore dell'uomo. L'augurio che risuona in queste parole dell'Antico Testamento è che l'uomo possa godere sempre dei favori divini per ottenere la pace, non senza tuttavia che ad essi l'uomo apponga la sua puntuale collaborazione, corrispondendo con la propria fedeltà indiscussa.

E' l'augurio che rivolgo personalmente a tutti in occasione dell'inizio del presente Anno: ferma restando la nostra fedeltà, il Signore ci conceda la pace e la serenità; Maria interceda per noi perché possiamo godere della visione del volto di Dio ed essere così motivati nella fede e nella speranza. E la pace diventi per tutti un obiettivo possibile. 

Omelia di padre Gian Franco Scarpitta

 

La benedezione di Dio ci alimenta

La prima lettura biblica del nuovo anno fa scen­dere su di noi una be­nedizione colma di luce, in cui prendere respiro per l'av­vio del nuovo anno: il Signo­re parlò a Mosè, ad Aronne, ai suoi figli e disse: Voi benedire­te i vostri fratelli. Voi benedi­rete: per prima cosa, che lo meritino o no, voi li benedi­rete. Dio ci raggiunge non proclamando dogmi o im­partendo divieti, ma benedi­cendo. La sua benedizione è una energia, una forza, una fecondità di vita che scende su di noi, ci avvolge, ci pene­tra, ci alimenta. Dio chiede anche a noi, figli di Aronne nella fede, di be­nedire uomini e storie, il blu del cielo e il giro degli anni, il cuore dell'uomo e il volto di Dio. Mio e tuo compito per l'anno che viene: benedire i fratelli! Se non impara a benedire, l'uomo non potrà mai essere felice.

E come si fa a benedire? Dio stesso ordina le parole: Il Si­gnore faccia risplendere per te il suo volto. Che cosa è un vol­to che risplende? Forse poca cosa, eppure è l'essenziale. Perché il volto è la finestra del cuore, racconta cosa ti abita.

Brilli il volto di Dio, scopri nell'anno che viene un Dio luminoso, un Dio solare, ric­co non di troni, di leggi, di di­chiarazioni ma il cui più vero tabernacolo è la luminosità di un volto. Un Dio dalle gran­di braccia e dal cuore di luce.

La benedizione di Dio non è salute, denaro, fortuna, pre­stigio, lunga vita ma, molto semplicemente, è la luce. La luce è tante cose, lo capiamo guardando le persone che hanno luce, e che emanano bontà, generosità, bellezza, pace. Dio ci benedice po­nendoci accanto persone dal volto e dal cuore luminosi. Continua la bibbia: Il Signo­re ti faccia grazia. Cosa ci ri­serverà l'anno che viene? Io non lo so, ma di una cosa so­no certo: Il Signore mi farà grazia, che vuol dire: il Si­gnore si rivolgerà verso di me, si chinerà su di me, mi farà grazia di tutti gli sbagli, di tut­ti gli abbandoni; camminerà con me, nelle mie prove si ab­basserà su di me, mio confi­ne di cielo, perché non gli sfugga un solo sospiro, una sola lacrima. Qualunque cosa accadrà quest'anno, Dio sarà chino su di me e mi farà grazia.

Otto giorni dopo Natale ritor­na lo stesso racconto di quel­la notte: Natale non è facile da capire. Facciamoci guidare allora da Maria, che custodi­va e meditava tutte queste co­se nel suo cuore; che cercava il filo d'oro che tenesse insie­me gli opposti: una stalla e «una moltitudine di angeli», una mangiatoia e un «Regno che non avrà fine». Come lei, come i pastori, anche noi sal­viamo almeno lo stupore: a Natale il Verbo è un neonato che non sa parlare, l'Eterno è appena il mattino di una vi­ta, l'Onnipotente è un bimbo capace solo di piangere. Dio ricomincia sempre così, con piccole cose e in alto silenzio.

Omelia di padre Ermes Ronchi

 

Liturgia e Liturgia della Parola della Solennità di Maria Santissima Madre di Dio 1 gennaio 2015

tratto da www.lachiesa.it