27 settembre 2014: Secondo Sabato Mariano - Seconda Tappa del Percorso post-Convegno - Pellegrinaggio zonale in Cattedrale
News del 27/09/2014 Torna all'elenco delle news
Durante la permanenza del Quadro della Madonna della Consolazione in Cattedrale e in occasione dei Pellegrinaggi Zonali nei Sabati Mariani, l'Arcivescovo Morosini sta sviluppando nelle sue omelie i temi che sono stati trattati nel Convegno Pastorale Diocesano dello scorso settembre per offrire a tutti i fedeli spunti di riflessione da incarnare nella propria quotidianità per essere testimoni coerenti della propria fede.
Oggi pellegrinaggio zonale della zona VII S. Agata e Bova XI.
Sabato 20 settembre, Mons. Morosini, iniziando questo percorso, spiegava: “Durante questi sabati, fino alla risalita del Quadro all'Eremo, voglio spiegare a tutti voi come dovremmo intraprendere il cammino di fede per rispondere alle sollecitazioni che il Papa ci sta facendo”. Le parole del pontefice, infatti, non vanno semplicemente ascoltate o condivise, ma vanno anche accolte e messe in pratica. “Nei giorni precedenti alla Festa, continuava Mons. Morosini, “abbiamo tenuto il Convegno Pastorale per riflettere come vogliamo ripartire in questo anno per compiere il nostro cammino di fede. Questi sabati saranno occasione per spiegare quello che vogliamo fare, per immedesimare nella realtà della nostra vita, i precetti della nostra fede”.
Un percorso nuovo di incarnazione del Vangelo nel tessuto della Vita diocesana. I video dei sabati mariani, sono pubblicati sul sito internet della Diocesi e sui profili diocesani dei Social Network.
Ogni fedele, pertanto, è chiamato responsabilmente ad approfondire i contenuti e i motivi dell'agire pastorale della comunità cristiana a cui appartiene e a diventarne parte attiva, intraprendendo la medesima azione missionaria di cui la Chiesa è protagonista.
Guarda il video della Celebrazione
Omelia del Secondo Sabato Mariano - 27 settembre 2014
Ez 18,25-28
Fil 2,1-11
Mt 21,28-32
Carissimi fratelli,
Abbiamo iniziato sabato scorso un cammino che ci porterà ogni sabato ad approfondire il nostro modo di essere Chiesa oggi, il modo di essere cristiani.
Ho spiegato che avrei ripreso ogni sabato un tema del nostro convegno diocesano per spiegarlo ed aiutare tutti a capire la meta che il Papa ci sta indicando: essere Chiesa missionaria, essere Chiesa in uscita. L'altro sabato ho spiegato il titolo del nostro convengo: ripartire dall'evangelizzazione. In quel convegno abbiamo posto la premessa di come possiamo anche noi trasformare le nostre comunità in missionarie.
Sabato scorso ho spiegato che la fede che si trasmette oggi nelle famiglie, quando si trasmette, non è più sufficiente per reggere il confronto con il mondo di oggi, che presenta problemi e difficoltà che non possiamo ignorare. Il cristiano oggi vive come in trincea, perché attaccato da tutte le parti.
Ecco, in questo sabato voglio dirvi quali sono questi problemi. E lo faccio seguendo il Papa e i documenti dei vescovi italiani.
Oggi stiamo vivendo il dramma indicatoci da Gesù nella parabola ascoltata. Il dramma di chi sembra obbedire al Signore e invece gli volta le spalle. Il figlio che dice di si al padre, che lo manda a lavorare, ma poi non ci va. Questo figlio rassomiglia a quei cristiani che compiono gesti esteriori di fede, ma non osservano la Parola di Dio, non seguono Gesù.
Dicono di no nella vita a Dio, perché non vivono come lui ci insegna a vivere. Vi ricordate il discorso portato in tutte le parrocchie lo scorso anno: la scissione tra fede e vita. Quella che noi chiamiamo fede spesso è solo religiosità apparente, che non penetra il cuore e lo induce ad osservare la legge di Dio. Ricordiamo le parole di Dio nell’Antico Testamento:
“Questo popolo mi onora con le labbra, ma il suo cuore è lontano da me”.
Vediamo allora quali sono queste difficoltà che troviamo per vivere bene la fede, secondo quanto ci dice il Papa.
A) La necessità nella quale vive la maggior parte degli uomini e delle donne del nostro tempo. Precarietà in termini economici, lavorativi, di salute, di relazioni umane, a partire da quelle familiari. Questa precarietà ha già realizzato una separazione tra chi sta molto bene e che vive ai margini tra molti problemi.
Il Papa parla di una cultura dello scarto, che viene promossa a livello di istruzione.
Cosa c'è dietro a tutto questo?
Il Papa risponde: c'è l'idolatria del denaro, che ha preso anche noi cristiani. Da dopo la 2^ guerra mondiale si è andata affermando la "la civiltà dei consumi", per cui la felicità è stata posta nel consumare i beni di questo mondo: se vuoi essere felice devi avere molti soldi, devi essere bello, avere una casa grande e bella, devi divertirti, soprattutto questo divertirsi.
Si è costruito un modo di vivere su questo pensiero. Oggi stiamo vedendo che è stato un fallimento. È fallita la persona, che si è affidata a ideali non veri, è fallita la famiglia con le innumerevoli separazioni e violenze, è fallita l'economia con gli sprechi prima e la povertà oggi, la politica con tutte le ingiustizie; è nata la violenza, perché chi non ha i beni li vuole aver a tutti i costi. Noi cristiani abbiamo accettato e non abbiamo reagito come si doveva.
B) Il relativismo.
Che cosa è? La convinzione che non esistono valori, ai quali affidarsi. I valori c'è li costruiamo noi storicamente; cioè decidiamo noi secondo che una cosa è utile o meno; se mi conviene è bene se non mi conviene è male. È stata messa in discussione la vita, ilsenso della morte, il concetto stesso di famiglia. Si stanno moltiplicando le manipolazioni genetiche. Non è accettata più l'esistenza di una legge naturale. C'èl'esaltazione di un concetto di libertà non controllata da alcuna norma morale. Da qui una serie di mali, per i quali la nostra società piange: il traffico di droga e l'aumento dei furti, l'abuso e lo sfruttamento dei minori, la violenza sui minori, la violenza sulle donne, i delitti a sfondo sessuale l'abbandono di anziani e malati, varie forme di corruzioni e di criminalità (noi soffriamo per la violenza della 'ndrangheta). Le carceri sono affollate di giovani.
Certo i mali li piangiamo tutti e siamo tutti contro di essi. Ma non sempre i cristiani si sono schierati contro il relativismo etico. Accendiamo la candela alla Madonna e accettiamo l'aborto e l'eutanasia con la giustificazione che è meglio far morire o non far nascere che veder soffrire.
Dobbiamo confessarlo: anche noi cattolici stiamo cedendo al relativismo etico e ci stiamo costruendo una religione fai da te, in cui ognuno si sceglie i valori che vuole e del Vangelo prende quello che gli fa comodo o che condivide. E se qualche volta sentiamo disagio dinnanzi a tutto ciò, non abbiamo il coraggio di prendere posizione, per vergogna e/o per timore!
C) Atteggiamento nei confronti della Chiesa.
Dimentichiamo che la Chiesa è la comunità dei credenti, anche se ha una gerarchia. E allora spesso ci dimentichiamo che noi apparteniamo ad essa è che, nel bene e nel male, è la nostra comunità. Spesso, allora, ci associamo a chi denigra o condanna, dimenticando che facciamo del male a noi stessi. Permettiamo così a chi vuoledistruggere la Chiesa a far passare il criterio che la Chiesa non si deve intromettere nelle questioni morali e sociali.
Questo nostro atteggiamento è dannoso soprattutto per i giovani, che subiscono il nostro cattivo esempio.
Dinnanzi a questi mali il Papa ci sta chiedendo di ritornare ad evangelizzare ad ogni livello.
Sta invitando tutte le parrocchie, tutti i fedeli a formarsi cristianamente, a studiare il Vangelo e il catechismo della chiesa per ritrovare l'unità tra vita e fede.
Dobbiamo riscoprire i valori della nostra fede scommettere su di essi per il bene della società. Dobbiamo avere il coraggio di testimoniare questi valori con il coraggio dei martiri, senza aver paura di andare controcorrente.
S.E. Mons. Giuseppe Fiorini Morosini
+ Arcivescovo
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