Novena di Natale 2011: 16 e 17 dicembre
News del 16/12/2011 Torna all'elenco delle news
Sabato 17 dicembre: 2° giorno
La speranza criterio per leggere la storia umana
Prima Lettura Gn 49, 2.8-10
Non sarà tolto lo scettro da Giuda.
Vangelo Mt 1, 1-17
Genealogia di Gesù Cristo, figlio di Davide.
(Dal discorso di papa Giovanni XXIII all’apertura della prima sessione del concilio, 11 ottobre 1965)
4. 1. (…) Ci sia permesso osservare davanti a questa grandiosa assemblea che l’apertura di questo Concilio Ecumenico cade proprio in circostanze favorevoli di tempo.
2. Spesso infatti avviene, come abbiamo sperimentato nell’adempiere il quotidiano ministero apostolico, che, non senza offesa per le Nostre orecchie, ci vengano riferite le voci di alcuni che, sebbene accesi di zelo per la religione, valutano però i fatti senza sufficiente obiettività né prudente giudizio. Nelle attuali condizioni della società umana essi non sono capaci di vedere altro che rovine e guai; vanno dicendo che i nostri tempi, se si confrontano con i secoli passati, risultano del tutto peggiori; e arrivano fino al punto di comportarsi come se non avessero nulla da imparare dalla storia, che è maestra di vita, e come se ai tempi dei precedenti Concili tutto procedesse felicemente quanto alla dottrina cristiana, alla morale, alla giusta libertà della Chiesa.
3. A Noi sembra di dover risolutamente dissentire da codesti profeti di sventura, che annunziano sempre il peggio, quasi incombesse la fine del mondo.
4. Nello stato presente degli eventi umani, nel quale l’umanità sembra entrare in un nuovo ordine di cose, sono piuttosto da vedere i misteriosi piani della Divina Provvidenza, che si realizzano in tempi successivi attraverso l’opera degli uomini, e spesso al di là delle loro aspettative, e con sapienza dispongono tutto, anche le avverse vicende umane, per il bene della Chiesa.
5. Questo è facile arguire se si considerano con attenzione i problemi e i pericoli di natura politica ed economica del giorno d’oggi. Essi tengono così occupati gli uomini da distogliere i loro interessi e le loro preoccupazioni dal fatto religioso, che è di pertinenza del sacro Magistero della Chiesa. Questo modo di agire non manca certo di errore, e dev’essere giustamente riprovato. Tuttavia nessuno può negare che queste nuove situazioni indotte hanno almeno questo vantaggio, che vengono così eliminati quegli innumerevoli impedimenti con cui un tempo i figli del secolo erano soliti ostacolare la libera azione della Chiesa. Basta sfogliare di sfuggita gli annali ecclesiastici per constatare con evidenza che gli stessi Concili Ecumenici, le cui vicende sono registrate a caratteri d’oro nella storia della Chiesa, sono stati spesso celebrati non senza gravissime difficoltà e motivi di dolore a causa dell’indebita ingerenza del potere civile. Talvolta infatti i Principi di questo mondo si proponevano sinceramente di assumere la protezione della Chiesa, ma molte volte ciò non avveniva senza danno e pericolo spirituale, perché più spesso essi erano guidati da calcoli politici e si preoccupavano troppo dei propri interessi.
6. Confessiamo che oggi siamo afflitti da grandissimo dolore perché in mezzo a voi mancano molti Pastori della Chiesa, a Noi carissimi, che per la Fede di Cristo sono tenuti in catene o sono impediti da altri ostacoli, e il cui ricordo Ci spinge ad elevare per essi a Dio ardentissime preghiere; tuttavia non senza speranza e Nostra grande consolazione vediamo oggi verificarsi il fatto che la Chiesa, finalmente sciolta da tanti impedimenti profani delle età passate, da questo Tempio Vaticano, come da un secondo Cenacolo degli Apostoli, per mezzo di voi possa alzare la sua voce, gravida di autorità e di maestà.
(…) Il Concilio che inizia sorge nella Chiesa come un giorno fulgente di luce splendidissima. È appena l’aurora: ma come già toccano soavemente i nostri animi i primi raggi del sole sorgente! Tutto qui spira santità, suscita esultanza.
Preghiere dei fedeli
P Fratelli e sorelle,
eleviamo la preghiera a Dio, nostro Padre, che nel suo amore immette speranza nella storia degli uomini e la trasforma in rivelazione del suo amore.
L Preghiamo insieme e diciamo: Custodiscici nella speranza, Signore!
* Signore che chiamavi Abramo ad uscire dalla sua terra per camminare con te: illumina di speranza il cammino degli uomini e delle donne che lo riconoscono padre della loro fede. Noi ti preghiamo.
* Signore che chiamavi Ruth, straniera e pagana, ad entrare nel tuo progetto di salvezza: illumina di speranza l’incontro fra culture e tradizioni diverse. Noi ti preghiamo.
* Signore che chiamavi Davide ad essere profezia del Messia al di là del suo peccato: illumina di speranza il cammino di ciascuno di noi, pur segnato da cadute ed infedeltà. Noi ti preghiamo.
* Signore che chiamavi i discendenti di Davide ad riconoscere la fedeltà del tuo amore: illumina di speranza il cammino della Chiesa attraverso le travagliate vicende della storia umana. Noi ti preghiamo.
* Signore che chiamavi Israele dall’esilio per custodire la tua promessa: illumina di speranza il cammino di chi si è allontanato dalla Chiesa ma conserva la nostalgia dell’evangelo. Noi ti preghiamo.
* Signore che chiami il mondo alla novità del tuo amore nel Figlio tuo generato da Maria: rendici sempre pronti ad accogliere la tua salvezza. Noi ti preghiamo.
A Lodi e Vespri si aggiunga il Padre Nostro
P Accogli, o Padre, la nostra preghiera
e manda in noi lo Spirito Santo
affinché riconosciamo nella storia di oggi
il chiarore dell’aurora di speranza
sorta nella nascita del Figlio tuo,
Cristo nostro Signore.
T Amen!
Venerdì 16 dicembre: 1° giorno
L'Amore, stimolo e guida alla Verità
Prima Lettura Is 56, 1-3. 6-8
Il mio tempio è casa di preghiera per tutti i popoli.
Vangelo Gv 5, 33-36
Giovanni è una lampada che arde e risplende.
(Dal discorso del papa Paolo VI all’apertura della quarta sessione conciliare, 14 -09-1965)
Questo processo della carità dovrebbe caratterizzare la conclusione del nostro Sinodo ecumenico. Noi dovremmo essere quanto mai capaci di compierlo noi stessi per dare a questo momento di pienezza vitale della Chiesa il suo più alto significato ed il suo più efficiente valore. Dalla carità dobbiamo attingere lo stimolo e la guida verso le verità, che qui intendiamo di mettere in luce, e verso i propositi che qui vogliamo stabilire; verità e propositi che, annunciati da questo Concilio, organo lui stesso della più alta e più amorosa autorità pastorale, non potranno non essere espressioni di carità.
Verso questa nostra ricerca di verità, sia dottrinale che normativa, ci diriga pertanto l’amore, memori della lucida sentenza di Sant’Agostino: «Nessuna cosa buona perfettamente si conosce, che non sia perfettamente amata» (De diversis quaest. 83 - P.L. 40, 24).
Né sembra difficile dare al nostro Concilio ecumenico il carattere d’ un atto d’amore; d’un grande e triplice atto di amore: verso Dio, verso la Chiesa, verso l’umanità.
1. Guardiamo dapprima a noi stessi, venerati Fratelli. Come si può altrimenti definire la condizione, nella quale, ci ha posti la convocazione del Concilio, se non uno stato di tensione, di sforzo spirituale? Tale convocazione ci ha distolti dal torpore della vita ordinaria, ha risvegliato in noi la coscienza piena della nostra vocazione e della nostra missione, ha scosso in noi poteri latenti, e ha acceso nelle nostre anime lo spirito di profezia, proprio della Chiesa di Dio; ha eccitato in noi il bisogno, il dovere di proclamare la nostra fede, di inneggiare a Dio, di stringerci a Cristo, di proclamare nel mondo il mistero della rivelazione e della redenzione. Non è forse amore questo? Chiamati a questa tribuna, donde si contempla il mondo contemporaneo, coperto dalle nebbie del dubbio e dalle tenebre dell’irreligiosità, ci è sembrato di salire nella sfera della luce di Dio; soci e fratelli noi stessi degli uomini, tra cui viviamo, venendo a questa altezza spirituale, ci è sembrato di emergere dalla terra, dalle sue complicazioni e dalle sue rovine. e di vedere limpido e caldo il sole della vita - et vita erat lux hominum (Io. 1, 4) -; anzi di parlare, umilmente, filialmente, gaudiosamente, in spirito e verità, al Dio Padre nostro; e di dire a Lui, cantando e piangendo, la nostra lode alla grandezza della sua gloria, oggi a noi più palese per la progredita conoscenza del cosmo; la nostra fortuna per averci rivelato il suo nome, il suo regno, la sua volontà; e poi di lenire il dolore che è nel mondo, il travaglio, l’immanità delle nostre miserie e degli errori dilaganti; ma qui più che mai ci sentiamo forti della certezza, che è nostra e qui vibra in noi con singolare potenza, e che ci ricorda essere noi i difensori dello spirito, noi i tutori del destino umano, noi gli interpreti delle vere speranze. E questo non è forse amore, che ha nella Sacra Scrittura la formula magnifica e scultorea: «Abbiamo creduto all’amore, che Dio porta a noi»? (Io. 4, 16).
Il Concilio infatti si iscrive nella storia del mondo contemporaneo come la più alta, la più chiara, la più umana affermazione d’una religione sublime, non inventata dagli uomini, ma rivelata da Dio, e consistente nel rapporto sopraelevante di amore, che Egli, il Padre ineffabile, mediante Cristo suo Figlio e nostro Fratello, ha stabilito, nello Spirito Santo vivificante, con l’umanità.
Preghiere dei fedeli
P Fratelli e sorelle,
radunati da Dio, nostro Padre, ad invocare il suo nome, chiediamo con voce incessante di divenire nel mondo efficaci testimoni del mistero della rivelazione di Cristo, Figlio suo.
L Preghiamo insieme e diciamo: La nostra vita, Signore, canti la tua gloria!
* La Chiesa si stringa sempre più al suo Signore per mostrare al mondo la verità dell’evangelo e la potenza dell’amore. Insieme preghiamo.
* Il papa Benedetto guidi la Chiesa nel render grazie a Dio per averle rivelato il suo nome e nell’illuminare con la speranza dell’evangelo le miserie dell’umanità. Insieme preghiamo.
* Le sorelle dei monasteri di clausura cantino la gioia dell’amore che viene da Dio e siano nella Chiesa memoria dell’instancabile ricerca di lui. Insieme preghiamo.
* La nostra comunità esprima l’adesione a Cristo e al suo evangelo nell’amore verso gli ultimi e nell’accoglienza dello straniero. Insieme preghiamo.
* Ogni uomo e ciascuna donna renda gloria a Dio per il dono delle cose create, riconoscendo il diritto di tutti a godere dei loro beni. Insieme preghiamo.
* I popoli del mondo incontrino Cristo e il suo evangelo accogliendo il dono della pace e vivano nel dialogo e nel ripudio di ogni guerra. Noi ti preghiamo.
A Lodi e Vespri si aggiunga il Padre Nostro
P Ascolta, o Padre, questa preghiera
e dona alla Chiesa il tuo Spirito
affinché nella storia di oggi
possa scrivere l’amore
rivelato nella venuta del Figlio,
Cristo nostro Signore.
T Amen!