In preparazione alla Pentecoste

News del 07/06/2011 Torna all'elenco delle news

Il 12 giugno 2011 celebreremo la Pentecoste, la grande festa dello Spirito Santo. Il giorno di Pentecoste per ognuno di noi è il giorno della nostra Confermazione.

Ricordare ogni anno questo giorno vuol dire ringraziare Dio per il dono dello Spirito Santo: un dono che ci aiuta a vivere la fede nelle scelte quotidiane, ad essere uomini e donne di preghiera e a conservare l’amore e l’unità tra di noi.

Lo Spirito Santo rimane con noi sempre e ci viene dato sempre in modo sempre nuovo soprattutto nell’Eucaristia.

“Nella santa Comunione Gesù infonde in noi lo Spirito Santo: lo Spirito di vita, di amore, di forza e di santità. Egli ci trasforma come il giorno di Pentecoste ha trasformato gli apostoli” (Madre Giulia).
 

Lo Spirito Santo: il Consolatore

Quando san Paolo, nel suo terzo viaggio missionario, giunse ad Efeso, “trovò alcuni discepoli e disse loro: Avete ricevuto lo Spirito Santo quando siete venuti alla fede? Gli risposero: Non abbiamo nemmeno sentito dire che ci sia uno Spirito Santo” (At 19,1-2). Questa parola è attuale anche oggi.

Molti nostri coetanei non hanno nemmeno sentito dire che ci sia uno Spirito Santo. Hanno grande conoscenza, ma poca sapienza. Non sono in grado di rispondere agli interrogativi più profondi del cuore. Dio, il peccato, il Redentore, lo Spirito Santo – queste parole sono straniere per loro. Sì, oggi la fede è una realtà a molti sconosciuta – e forse anche per noi talvolta lontana dall’esperienza, dal lavoro, dalle gioie e fatiche quotidiane.
Altri poi, pur essendo convinti dell’esistenza dello Spirito Santo, hanno idee sbagliate su di lui. Certo, lo Spirito di Dio può conferire ad alcuni doni particolari: ad esempio quelli della guarigione, della profezia o della preghiera in lingue (cf. 1 Cor 14). Ma non esiste oggi il pericolo di cercare troppo le cose straordinarie, la sensazione? Non è diffusa la tentazione in certi ambienti di usare i doni dello Spirito per farsi importante, per attirare l’attenzione degli altri? Non dobbiamo forse imparare tutti che lo Spirito di Dio è uno Spirito non del caos, ma del cosmo – uno Spirito dell’ordine, che agisce soprattutto nel silenzio, nella sobrietà, nella vita ordinaria?
Infine dobbiamo menzionare un terzo segno dei tempi. Ai nostri giorni molti sottolineano, con san Giovanni, che lo Spirito “soffia dove vuole” (Gv 3,8); come un vento forte che forza abitudini vuote e senza vita. Ma alcuni vanno oltre, dicendo che il principio dinamico dello Spirito sarebbe in contrasto con la struttura gerarchica della Chiesa. Altri ancora ritengono che lo Spirito agirebbe non solo nel cristianesimo, ma anche nelle altre religioni, che sarebbero pertanto ugualmente vie di salvezza. Dobbiamo quindi porci anche la domanda: Dove agisce lo Spirito Santo? Come è la sua relazione con Cristo e la Chiesa? È presente anche nelle altre religioni?

Ho cominciato con un elenco di domande. Per trovare delle risposte, cerchiamo prima di comprendere il significato di alcune immagini bibliche dello Spirito Santo. Poi riflettiamo un po’ sulla sua natura. Infine accenniamo al suo modo di agire.

1. Immagini dello Spirito Santo
Quando la Sacra Scrittura parla dello Spirito Santo, usa spesso il linguaggio delle immagini – immagini che possono aiutarci a comprendere qualcosa della sua grandezza, della sua potenza, del suo operare. Scegliamone tre.
Spesso lo Spirito Santo viene paragonato con il fuoco. Giovanni Battista annunzia Gesù come colui che “battezzerà in Spirito Santo e fuoco” (Lc 3,16). Di quello Spirito Gesù stesso dirà: “Sono venuto a portare il fuoco sulla terra; e come vorrei che fosse già acceso” (Lc 12,49). Il fuoco ha un significato molteplice: illumina, riscalda, trasforma. Quando il mattino di pentecoste lo Spirito Santo, sotto la forma di “lingue come di fuoco”, discese sui discepoli (At 2,3-4), poterono sperimentare la sua forza divina: egli liberò il loro cuore dalla paura; diede loro il coraggio dell’annuncio; fece di loro apostoli ferventi che offrivano tutta la loro esistenza per la causa del Signore. Noi tutti abbiamo ricevuto lo stesso fuoco dello Spirito Santo. Sì, Dio ci ha creati e ci ha ricreati per essere persone piene di “fuoco”, di passione per Dio e per la verità, di coraggio per l’annuncio del vangelo. Il Cardinale Joseph Ratzinger, ora Papa Benedetto XVI, disse in un’omelia: “Il cristianesimo è fuoco, non è una cosa noiosa, non può essere una chiacchiera senza conseguenze. Il cristianesimo chiede la passione della fede, che è la fedeltà alla passione di Gesù e cerca, a partire da questa passione, di rinnovare il mondo”.
Un’altra immagine dello Spirito Santo è l’acqua viva. Una volta Gesù esclamò ad alta voce: “Chi ha sete venga a me e beva, chi crede in me. Come dice la Scrittura, fiumi di acqua viva sgorgheranno dal suo seno”. E san Giovanni aggiunge: “Questo egli disse riferendosi allo Spirito che avrebbero ricevuto i credenti in lui” (Gv 7,37-38). Questa parola si compì quando dal costato trafitto del Signore crocifisso uscì “sangue ed acqua” (Gv 19,34). Il cuore aperto di Gesù è la sorgente di quell’acqua che dà vita ai fedeli di tutti i tempi. Il significato simbolico dell’acqua era evidente per il popolo d’Israele, un popolo che aveva fatto l’esperienza del deserto: senza acqua non c’è vita; la sorgente è fonte di vita. Pertanto Gesù poteva paragonare lo Spirito Santo con l’acqua che vivifica i nostri cuori spesso paragonabili con un deserto. Gesù stesso è la sorgente che dalla croce ci dona quest’acqua. E ognuno di noi, abbeverato a quest’acqua, diventa anch’egli una sorgente dalla quale scaturisce l’acqua viva che fa crescere e vivere gli uomini attorno a noi.
Un terzo simbolo dello Spirito Santo è il respiro. Quando il Signore risorto apparve ai discepoli, “alitò su di loro e disse: Ricevete lo Spirito Santo; a chi rimetterete i peccati saranno rimessi” (Gv 20,22-23). L’aria è un elemento essenziale che fa vivibile il nostro pianeta. Solo dove si trova l’aria, si può respirare e vivere. Ciò che l’aria è per la nostra vita fisica, lo Spirito Santo è per la nostra vita spirituale. Solo dove quello Spirito viene respirato, possiamo davvero vivere come uomini e cristiani. Qui possiamo accorgerci che non abbiamo bisogno dello Spirito solo qualche volta, in situazioni particolari, l’abbiamo bisogno sempre. Oggi si parla molto dell’inquinamento dell’aria e nelle grandi città questo problema è serio. Ma più grave è l’inquinamento spirituale, che avvelena il cuore degli uomini, soprattutto dei giovani, attraverso la violenza, il sesso fatto merce, il disprezzo della dignità umana. Come cristiani abbiamo la missione di combattere l’inquinamento spirituale, dobbiamo diffondere “il profumo di Cristo” (2 Cor 2,15), l’aria buona e sana dello Spirito Santo, che è uno Spirito di purezza, di perdono e di pace.

2. La natura dello Spirito Santo
Non possiamo vedere lo Spirito Santo con i nostri occhi e non lo possiamo riconoscere con la nostra ragione. È soltanto attraverso la Rivelazione che sappiamo della sua esistenza. Ciò che la Scrittura ci dischiude su di lui, spesso con immagini e simboli, viene riassunto nella Professione di fede con queste parole: “Credo nello Spirito Santo, che è Signore e dà la vita, e procede dal Padre e dal Figlio. Con il Padre e il Figlio è adorato e glorificato, e ha parlato per mezzo dei profeti”.
Lo Spirito Santo è quindi “Signore”. Ciò significa: è Dio o, più precisamente, è la terza Persona divina, che “procede dal Padre e dal Figlio”. È il legame, l’abbraccio che unisce il Padre e il Figlio nell’infinito amore della Santissima Trinità. Sì, Dio è uno e trino, è Padre, Figlio e Spirito Santo. È amore eterno, che si dona senza limite. È perfetta santità, che siamo chiamati ad adorare e a glorificare. Come possiamo rivolgerci al Padre e al Figlio, così possiamo pregare anche lo Spirito Santo.
E quello Spirito ci “dà la vita”. Ciò vediamo già nella creazione. San Ireneo dice che Dio ha creato tutte le cose, e soprattutto l’uomo, “con le sue proprie mani”, cioè con il Figlio e con lo Spirito Santo (cf. CCC, n. 704). E sebbene l’uomo venne sfigurato dal peccato, Dio non si ritirò da lui, ma cercò di attirarlo di nuovo col suo amore. Scelse il popolo di Israele e rivelò i dieci comandamenti quale via di vita. Mandò profeti che annunziarono la venuta di un Messia, sul quale “si poserà lo spirito del Signore” (Is 11,1) e che darà agli uomini “un cuor nuovo” e “uno spirito nuovo” (Ez 36,26). Queste profezie giunsero a compimento in Gesù, il Figlio di Dio fatto uomo. Egli è “il Cristo”, cioè l’unto sul quale riposa lo Spirito di Dio e che lo rivela a tutti. Sempre e ovunque lo Spirito di Dio agisce. Ma solo tramite Gesù lo conosciamo, solo tramite Lui lo Spirito ci è donato nella sua pienezza.

Soprattutto nei cosiddetti discorsi d’addio prima della passione, Gesù rivela apertamente lo Spirito Santo e promette la sua venuta: “Io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Consolatore perché rimanga con voi per sempre” (Gv 14,16). Il nostro primo Consolatore è Gesù stesso, che intercede per noi presso il Padre. L’altro Consolatore è lo Spirito Santo, che rimane con noi per sempre. In mezzo alle difficoltà della vita sperimentiamo spesso la propria debolezza, e la tentazione dello scoraggiamento bussa anche al nostro cuore. Abbiamo bisogno del Consolatore, della sua forza, della sua luce. Pertanto Madre Giulia ci disse: “Dobbiamo pregare spesso lo Spirito Santo, dobbiamo rivolgerci a Lui con grande fiducia, per ottenere il suo soccorso, la sua luce, il suo consiglio e la sua assistenza, soprattutto nelle ore di tentazione, di tenebre, delle varie difficoltà che possiamo incontrare nella vita”.

Gesù non ha soltanto promesso la venuta dello Spirito, l’ha anche comunicato ai suoi discepoli il giorno della risurrezione come primo dono pasquale, e il giorno di pentecoste ha effuso lo Spirito sulla giovane Chiesa, riunita in preghiera attorno a Maria. Attraverso il battesimo e la cresima, tutti abbiamo ricevuto il medesimo Spirito Santo.
Questo Spirito è il primo dono di Dio, quello che contiene tutti gli altri. Lo Spirito Santo è il vero riformatore della Chiesa e di ognuno di noi.
Scrisse Madre Giulia: “La Pentecoste è il compleanno della Chiesa e di tutti i cristiani. Con la venuta dello Spirito Santo, la Chiesa lavata nel sangue di Cristo e risorta con lui è riempita dalla pienezza della vita nuova. Nella Chiesa ognuno di noi è rinato nel Battesimo, è nutrito dalla santa Comunione, è purificato dal sacramento della Penitenza, è confermato dalla santa Cresima”.

3. L’agire dello Spirito Santo
Come abbiamo detto, lo Spirito Santo è il divin Consolatore che abbiamo bisogno come l’aria per respirare. Poniamoci quindi un’ultima domanda: Come agisce lo Spirito Santo, come ci aiuta nella nostra vita?
Gesù disse: “Il Consolatore, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, egli v’insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto” (Gv 14,26). Lo Spirito Santo non annuncia cose nuove, ma ci ricorda il messaggio di Cristo. È un dato di fatto che noi uomini siamo sempre in pericolo di dimenticare Dio e le sue meraviglie – come il popolo di Israele che poco dopo l’esodo dalla schiavitù d’Egitto mormorò contro Dio. Non raramente ci troviamo nella stessa tentazione – quella cioè di essere scontenti, scoraggiati, troppo concentrati su noi stessi. Lo Spirito Santo è la migliore medicina contro questa tentazione. Egli non permette che dimentichiamo Dio e le sue meravigliose opere: quale il dono della redenzione, la presenza reale del Signore nell’Eucaristia, il suo dimorare nel nostro cuore. Sì, lo Spirito ci conduce “alla verità tutta intera” (Gv 16,13).
Lo Spirito Santo non ci conduce ad altre religioni, sebbene in esse si trovano, accanto a numerosi errori e mancanze, anche semi di verità e di bontà. Egli ci conduce a Cristo, che è “la via, la verità e la vita” (Gv 16,4). Per questo san Paolo insegna: “Nessuno può dire: ‘Gesù è Signore’ se non sotto l’azione dello Spirito Santo” (1 Cor 12,3).

Ecco – il primo frutto dello Spirito Santo non è puro entusiasmo o estasi, fenomeni che si trovano anche tra i pagani, è invece la confessione: Gesù è Signore, è Figlio di Dio, è Salvatore. Lo Spirito Santo suscita in noi la fede in Gesù, ci fortifica nella sequela del Signore, ci aiuta a fare scelte coraggiose, in conformità con le verità della fede.
Lo Spirito Santo ci spinge poi a pregare. San Paolo scrive nella Lettera ai Romani: “Nemmeno sappiamo che cosa sia conveniente domandare, ma lo Spirito stesso intercede con insistenza per noi, con gemiti inesprimibili; e colui che scruta i cuori sa quali sono i desideri dello Spirito, poiché egli intercede per i credenti secondo i disegni di Dio” (Rm 8,26-27). Oggi la preghiera è quanto mai importante. Senza preghiera la nostra anima si inaridisce, senza preghiera il nostro lavoro non conosce né sosta né fine, senza preghiera la nostra vita perde il suo sapore. Noi tutti abbiamo bisogno di momenti per pregare, per respirare, per riposare al Cuore di Gesù. Ma la preghiera autentica non è facile. Molti uomini hanno difficoltà di parlare con Dio, ad altri manca la costanza e il ritmo regolare, altri ancora pregano piuttosto con le labbra e poco con il cuore. Lo Spirito Santo intercede per noi. Ecco – un secondo frutto dello Spirito: ci aiuta a conservare la gioia di Dio e il gusto della preghiera. Diciamo spesso: Vieni, Santo Spirito, insegnaci ad amare, insegnaci a pregare!

Accenniamo ancora ad un terzo frutto dello Spirito Santo: è Lui che unisce gli uomini nel vincolo dell’amore, nell’unica Chiesa di Cristo. A questo riguardo san Paolo scrisse: “Noi tutti siamo stati battezzati in un solo Spirito per formare un solo corpo, Giudei o Greci, schiavi o liberi; e tutti ci siamo abbeverati a un solo Spirito” (1 Cor 12,13). Sin dall’inizio la Chiesa era cattolica ed universale, superava tutti i confini sociali e culturali e univa gli uomini nella confessione del vero Dio. Quest’unità non è opera degli uomini, è dono dello Spirito Santo. Disse Madre Giulia: “Nella Chiesa vive e agisce lo Spirito di Dio, Spirito di verità e di amore” (Novena nello spirito di Madre Giulia Verhaeghe, 2° giorno). Egli, che è l’Amore, unisce gli uomini nel vero amore. Ciò vale per la Chiesa universale, che viene conservata nell’unità dallo Spirito Santo, e vale anche per le nostre comunità, per le nostre famiglie. Lo Spirito di amore ci spinge a conservare l’unità tra di noi, a realizzare ogni giorno le promesse matrimoniali, sacerdotali o verginali. Ecco, perché è di grande importanza vivere con lo Spirito Santo. È Lui che ci aiuta a mantenere l’unità e ci spinge ad essere costruttori dell’unità fra noi e intorno a noi.

Conferenza di P. Hermann Geissler, FSO - tratta da Famiglia Spirituale Opus  

 

Preghiera allo Spirito Santo

Vieni, Spirito Santo, manda a
noi dal Cielo un raggio della
tua luce. Vieni, padre dei
poveri, vieni, datore dei doni,
vieni, luce dei cuori.
Consolatore perfetto, ospite
dolce dell'anima, dolcissimo
sollievo. Nella fatica, riposo,
nella calura, riparo, nel
pianto, conforto.
O luce beatissima invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua
forza nulla è nell'uomo, nulla senza colpa.
Lava ciò che è sordido, bagna ciò che è arido, sana ciò che sanguina. Piega
ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato.
Dona ai tuoi fedeli, che solo inTe confidano, i sette santi doni. Dona virtù e
premio, dona morte santa, dona eterna gioia.Amen.

Novena allo Spirito Santo