21 marzo 2011: XVI Giornata Nazionale della memoria e dell'impegno - Veglia in Cattedrale

News del 21/03/2011 Torna all'elenco delle news

“Ti ho chiamato per nome”: Veglia in memoria di tutte le vittime innocenti delle mafie alle ore 19.00 in Cattedrale a Reggio Calabria, presieduta da Mons. Antonino Iachino, Vicario Generale dell'Arcidiocesi di Reggio Calabria-Bova.

Dal 1995 ogni 21 marzo si celebra la Giornata della Memoria e dell'Impegno per ricordare le vittime innocenti di tutte le mafie.

Il primo giorno di primavera è il simbolo della speranza che si rinnova ed è anche occasione di incontro con i familiari delle vittime che trovanono nell'associazionismo la forza di risorgere dal loro dramma elaborando il lutto per una ricerca di giustizia vera e prodonda e trasformando il dolore in uno strumento concreto, non violento, di impegno e di azione di pace.

Le giornate della Memoria sottolineano come attraverso l'esercizio della cittadinanza attiva si rafforza la coesione e lo sviluppo della democrazia, elementi importanti nei quali assumono forma concreta valori europei quali la solidarietà e la non discriminazione.  

Quest'anno la giornata assume una valenza particolare perchè si inserisce nell'Anno europeo del Volontariato.

La XVI Giornata della Memoria e dell'Impegno in ricordo delle vittime delle mafie si è celebrata quest'anno con il suo tradizionale corteo nazionale in Basilicata, a Potenza, il 19 marzo 2011. "Insieme verità e giustizia in terra di luce" è lo slogan che ha accompagnato i familiari italiani e stranieri di vittime delle mafie e in contemporanea in tante piazze d'Italia, Libera ha organizzato una lettura dei nomi e dei cognomi dei caduti per mano mafiosa.

Il perchè della scelta della Lucania è nel significato "terra di luce". Narra un'antica leggenda che qualche millennio fa un popolo migrante attraversando il sud del nostro Paese si trovò a percorrere quella vasta zona di terra che si estendeva tra il Mar Tirreno e il Mar Ionio, quella che oggi include anche parte del Cilento, dell'Irpinia, dell'alta Calabria fino al golfo di Taranto. Una terra di boschi, di fiumi e di monti, ma che colpì quella gente perché da questa terra vedevano sorgere il sole; si fermarono, dunque, e la chiamarono Lucania, cioè "terra di luce". Non è questo l'unico significato di Lucania, ma è quello che ci piace di più: per dire che in questa regione c'è tanta e tanta gente che vuole rendere visibile "la luce che sorge", perché offre speranza, perché richiama alla responsabilità.

Il contrasto alle mafie e a tutta la loro complessità significa andare oltre i luoghi comuni, significa scendere nelle profondità delle vicende, attraversare le apparenze, travalicare i confini delle frasi fatte, e che ci sono terre - come appunto questa - che ci aiutano a capire che l'impegno antimafia prima ancora che denuncia delle organizzazioni criminali è annuncio di un nuovo modo di partecipazione alla vita del Paese; è impegno, attraverso la corresponsabilità di tutti e di ciascuno, nell'edificazione di modelli culturali in antitesi con quelle logiche clientelari e quei patti sottobanco che sono invece terreno fertile di una mafiosità di sistema prima ancora che degli stessi clan.

Perchè le vittime di mafia sono patrimonio comune della memoria dell'intero Paese e quindi anche della gente lucana, ma soprattutto perché questa regione, sempre vista ai margini di un Sud aggredito dalle mafie nonostante sia collocata geograficamente nel cuore del Mezzogiorno, rappresenta una sorta di linea di confine culturale tra il volto classico delle mafie e il volto che si evolve nell'era della globalizzazione; tra la criminalità considerata la zavorra colpevole di un Sud che economicamente non decolla e quella che sempre più si pone come complessiva questione culturale; quello che spara e semina lutti e quello che non si fa chiamare mafia ma anzi prende le distanze dalla mano violenta e criminale. Una zona grigia, insomma, che per il fatto di non essere mai facilmente definibile rischia di essere invisibile o, peggio ancora, inesistente; come accade, appunto, in Basilicata la cui storia recente è stata caratterizzata da una serie di vicende che hanno catapultato questa regione sul palcoscenico di una cronaca nera fatta di omicidi, scomparsi, intrecci perversi e poteri nascosti.

Info: Libera, Associazioni, nomi e numeri contro le mafie