27 gennaio 2024 - XXIV Giornata della Memoria

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Il 27 gennaio, data in cui, nel 1945, fu liberato il campo di Auschwitz, è per noi il Giorno della memoria, il giorno in cui ricordiamo la Shoah, le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché tutte le vittime di un progetto di sterminio.

Questo giorno non vuole essere una semplice ricorrenza che si ripete di anno in anno, ma è anche e soprattutto un impegno per il futuro. Perché ciò che è avvenuto, non avvenga mai più.

 

La memoria custodisce il passato e prepara il futuro

Ricordare è un dovere e, allo stesso tempo, l’impegno a capire le cause e fare sì che l’orrore dell’Olocausto non si ripeta mai più. La memoria è la vita, è la pietra d’inciampo che ci aiuta a non minimizzare l’odio e la divisione per non preparare un futuro disastroso. Ricordiamoci sempre che l’antisemitismo riguarda tutti e porta morte e distruzione per tutti. La memoria custodisce il passato e prepara il futuro. L’Europa nasce dalla tragedia della Seconda guerra mondiale e dalla Shoà. Onorare le vittime di ieri significa combattere – oggi – ogni forma di antisemitismo, di pregiudizio e di discriminazione, contrastando i più piccoli semi di razzismo e di odio. In questi tempi drammatici siamo chiamati a continuare a compiere passi di incontro e di dialogo. Ciò non significa essere sempre d’accordo su tutto, ma rafforzare la certezza maturata in questi anni che il legame che ci unisce è più forte della differenza anche di giudizi e opinioni. La difesa da ogni antisemitismo inizia proprio da questa consapevolezza: che la tua vita e la mia sono unite e chi colpisce te colpisce me. Sempre!

Card. Matteo Zuppi, presidente della CEI 

 

 

cos'è la Giornata della Memoria

Una data unica per ricordare nel mondo le vittime del nazifascismo e dell’Olocausto e onorare il nome di chi agì per salvare i perseguitati mettendo a rischio la propria vita.

Preghiamo, come ha detto papa Francesco, dicendo "mai più". Queste le parole del papa all'Angelus del 26 gennaio 2020: "Domani ricorre il 75° anniversario della liberazione del campo di sterminio di Auschwitz-Birkenau. Davanti a questa immane tragedia, a questa atrocità, non è ammissibile l’indifferenza ed è doverosa la memoria. Domani siamo tutti invitati a fare un momento di preghiera e di raccoglimento, dicendo ciascuno nel proprio cuore: mai più, mai più!".

In ogni città si svolgono eventi per discutere, o semplicemente ricordare, una tragedia umana  eternamente attuale,  impossibile da archiviare. Un viaggio nel tempo che è doveroso compiere ogni anno.

La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell'abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subìto la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, si sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.

Si celebra in Italia, come in molti altri Paesi dell'Unione Europea, in commemorazione delle vittime del fascismo e del nazismo, nonchè dell'Olocausto e ricorda la liberazione dei sopravvissuti del campo di sterminio nazista di Auschwitz, avvenuta il 27 gennaio del 1945: tale liberazione è infatti ormai assunta a  simbolo dell’immane tragedia della Shoah.

Da 10 anni ha assunto rilevanza mondiale, in seguito alla risoluzione approvata dall’ONU il 1° novembre 2005 che ha accolto un’iniziativa promossa da Israele.

Istituita 23 anni fa, è una data simbolica per non dimenticare le sofferenze e le persecuzioni patite dal popolo ebraico ad opera del regime nazista e gli effetti abnormi che l’odio dell’uomo contro l’uomo ha determinato e può determinare.

La giornata è dedicata anche a coloro i quali a rischio della propria vita hanno protetto i perseguitati: gli 8 “Giusti fra le nazioni” ovvero i non-ebrei che eroicamente hanno rischiato la vita per salvare quellla anche di un solo ebreo perseguitato.

Il 27 gennaio 1945 le truppe sovietiche dell'Armata Rossa, raggiunsero la città polacca di Auschwitz, venendo a conoascenza del suo famoso campo di sterminio e potendo quindi liberare i pochi superstiti. Questa triste scoperta e le testimonianze dei pochi sopravvissuti rivelarono per la prima volta al mondo l'orrore del genocidio dei nazisti.

Auschwitz non fu comunque il primo campo di concentramento scoperto dalle truppe sovietiche durante l'ascesa vero Berlino, in realta precedentemente vennero liberati i campi a Chelmno e Belzec, ma questi detti più comunemente di "annientamento" erano veri e propri mattatoi all'interno dei quali prigionieri e deportati venivano immediatamente gasati.

L'apertura dei cancelli del campo di concentramento di Auschwitz, mostrò al mondo oltre ai sopravvissuti alla tragedia, anche gli strumenti di tortura e di annientamento presenti nei lager in tutta la loro crudezza.

 


Il giorno della Memoria è diventato LEGGEI

Il Giorno della Memoria è stato istituito dal Parlamento italiano con la legge n.211 del 20 luglio 2000. La data è stata scelta, come ricorda la legge stessa, quale anniversario dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, in ricordo della Shoah, lo sterminio e delle persecuzioni del popolo ebraico e dei deportati militari e politici italiani nei campi nazisti, per “conservare nel futuro dell’Italia la memoria di un tragico ed oscuro periodo della storia nel nostro Paese e in Europa, e affinché simili eventi non possano mai più accadere”.

Il testo della legge è il seguente:
Art. 1. La Repubblica italiana riconosce il giorno 27 gennaio, data dell’abbattimento dei cancelli di Auschwitz, "Giorno della Memoria", al fine di ricordare la Shoah (sterminio del popolo ebraico), le leggi razziali, la persecuzione italiana dei cittadini ebrei, gli italiani che hanno subito la deportazione, la prigionia, la morte, nonché coloro che, anche in campi e schieramenti diversi, sì sono opposti al progetto di sterminio, ed a rischio della propria vita hanno salvato altre vite e protetto i perseguitati.