Noi cattolici minoranza in Occidente. Secolarizzazione e indifferenza religiosa, valori autoprodotti, chiese dismesse: riflessione del card. Gianfranco Ravasi

News del 28/11/2018 Torna all'elenco delle news

«In Occidente, anche in Italia, noi cattolici e in generale noi credenti dobbiamo essere consapevoli che siamo una minoranza. Molti ecclesiastici lo rifiutano, quando lo dici ti fermano. Vivono come se ancora fossimo in quei paesi dove la domenica mattina suonavano le campane e la gente accorreva a messa».

«Prevale l’indifferenza, l’irrilevanza del fenomeno religioso. È il problema del secolarismo, o della secolarizzazione. Non è un rigetto del sacro o del trascendente, un rifiuto aggressivo: gli atei conclamati ormai sono ben pochi. Piuttosto è una forma di apatia religiosa. Che Dio esista o meno, è lo stesso. E questo comporta la caduta di un sistema etico: i valori sono autoprodotti. Una filosofa americana, Sandra Harding, dice che il concetto di verità e di morale è come l’atto del ragno che elabora la ragnatela: la ricava da se stesso. Il ragno vicino ne fa un’altra. È l’effetto del secolarismo, che va distinto dalla secolarità» che «È un valore squisitamente cristiano, a Cesare e a Dio... In altre culture abbiamo teocrazie e ierocrazie, ma non è la visione cristiana: noi non vogliamo fare di tutte le piazze piazza San Pietro. Secolarità è riconoscimento della distinzione tra fede epólis, non della separatezza. La Chiesa ha diritto di intervenire sulle leggi non in modo diretto, ma se violassero la libertà e la dignità della persona, la solidarietà… La reazione secolarista nega anche questo».

E le chiese dismesse? «Una chiesa deve continuare ad essere non solo sacra, ma santa, cioè frequentata. Sante sono le persone. Nell’Antico Testamento il Tempio è ’ohel mo’ed, la “tenda dell’incontro”: con Dio ma anche tra gli uomini. Se non è più santo, se non ha gente, un tempio può essere desacralizzato ma non dissacrato: farne una pizzeria è blasfemo. Va bene un museo, per dire, o un luogo di incontro su temi e valori anche laici».

Riflessione del card. Gianfranco Ravasi rraccolta da Gian Guido Vecchi tratta da www.corriere.it (per leggere l'intervista integrale)