29 maggio 2018: Catechesi sull'Eucaristia di don Nicola Casuscelli, direttore dell'Ufficio Liturgico diocesano

News del 30/05/2018 Torna all'elenco delle news

Catechesi in Cattedrale al termine dei vespri solenni prima dell’Esposizione del Santissimo Sacramento per l’Adorazione Eucaristica Continuata. 

L’Eucaristia è fonte e culmine di tutta la vita cristiana. CCC 1324 

Eucaristia

- sacramento che riunisce la pecora smarrita al pastore

- sacramento creatore di speranza per la comunione terrena

- sacramento sorgivo volto al Regno dei Cieli

 

Eucaristia: sacramento che riunisce la pecora al pastore

Perché la pecora malata e stanca torni al pastore, è necessario che questa, una volta ritrovata, sia ristorata per la sua arsura e nutrita per la sua astinenza dal cibo e medicata e fasciata per le ferite procurate dall’attraversamento di sentieri o campi per i quali il pastore non ha ritenuto conveniente farla peregrinare.

Un agnello che fa parte di un gregge le prime mani con cui viene a contatto durante il parto della pecora madre sono solo quelle del pastore. Mani che sanno, mani sapienti, mani sicure!

L’Eucaristia è Dono che non è di questo mondo, ma del Cielo, e l’unico a conoscerne la Via è il Dono stesso.

Chi si riconosce di Cristo è perché ha ascoltato la sua voce, è in grado di distinguerla tra tante, ha fatto esperienza di essere salvato, anche da situazioni difficili e molto dolorose, addirittura dalla morte, e si è sentito e voluto amato. La celebrazione e l’adorazione dell’Eucaristia diventa l’appuntamento con il Salvatore, al quale non solo non si vuole mancare, ma anche non si vuole arrivare in ritardo. Il sacramento eucaristico è un vincolo: di carità e comunione, vitale e permanente.

Ad avvicinarci al Signore Risorto, presente nel Santissimo Sacramento, è una Forza misteriosa, che ci fa andare verso di Lui, che ci suggerisce la strada (quella giusta!) che muove i nostri passi all’incontro. È una Forza irresistibile, che ci fa capire che è non una finzione, ma tutto è verità, che Gesù è il Signore vivo e vero presente nel Sacramento, che ci fa andare oltre la bellezza limitata della nostra intelligenza, della ragione e delle conoscenze terrene. È una Forza che ci fa amare, che cogliamo che addirittura ama in noi, una Forza viva, che ci conduce fino a prostrarci davanti all’Eucaristia, ad adorarla e, come Maria di Magdala al sepolcro il mattino della risurrezione, ci fa aggrappare a Gesù per non lasciarlo mai più.

Questa Forza è innamorata del Sacramento del Vivente, ed è sempre con Lui.

Il figlio che si lascia riavvicinare dal suo Signore cambia vita: impara giorno dopo giorno a capire gli errori fatti e vuol amare solamente colui che gli ha mostrato compassione, che non lo ha lasciato morire di fame, sete, stenti, che non lo ha giudicato per i suoi errori, ma che lo ha benedetto appena lo sguardo gli si è rivolto addosso e lo ha amato infinitamente.

L’amore di Cristo è tutto presente nel Santissimo Sacramento! È questa la sorgente unica che disseta, cui l’assiderato si avvicina frustrato e prostrato per l’arsura causata dal mondo, dalle proprie preoccupazioni, dai propri errori, dalle delusioni a volte mortali; è questo il vero cibo che nutre e tonifica tutto l’organismo, avvelenato da apparenti buoni alimenti; è questo il vero farmaco che guarisce la mente, il corpo, la memoria, la libertà, l’intelligenza, la volontà, la coscienza. È l’Eucaristia il vero vincolo che lascia liberi, che colloca nella verità, che realizza il progetto della vita.

 

Eucaristia: sacramento creatore di speranza per la comunione terrena

Chi fissa gli occhi della fede nel Santissimo Sacramento sa bene che il campo principale di comunicazione non è quello materiale, ma spirituale. Infatti l’Eucaristia è incomprensibile alla mente, comprensibile solo all’anima nella fede. Sono solo gli occhi interiori in grado di vedere nella verità, ma perché ciò accada è necessario che siano illuminati dalla misericordia di Dio. Se Dio non permette che ci avviciniamo a Lui, alla Verità, tutto diventa impossibile per l’uomo. Neanche il desiderio e la supplica possono “far vedere” Dio, ma solo la sua liberà volontà. Il credente, allora, situa lo spazio della sua preghiera nella dimensione dell’attesa, lì dove vi è una Forza che la alimenta, che non fa desistere dal chiedere e chiedere con insistenza e perseveranza, una Forza che non fa morire il desiderio dell’incontro di Dio, una Forza che insegna a far attendere. Questa Forza, man mano che con essa si diventa familiari, la si riconosce creatrice, che fa sorgere interiormente qualcosa che sembra avere un’origine lontana.

Sembra sia sempre esistita, eppure sembra nuova!

La novità che questa Forza colloca nel credente fa sì che l’Eucaristia diventi non la situazione che si risolve in un momento, ma sia ed è la Persona del Cristo Risorto e Glorioso, che si mostra vivo e incorruttibile, la cui dimensione e situazione supera quella della storia e del tempo, quella della materia e della fisicità: è oltre il sensibile ed è percepibile solo nello spirito e nella verità.

Chi adora l’Eucaristia, chi la celebra, chi si sottomette al suo comando, chi la serve e si lascia attrarre da essa una volta che viene chiamato, chi sta in silenzio davanti al Santissimo Sacramento e lascia che la sua luce raggiunga tutta la sua persona, questi sta ricevendo consapevolmente e misticamente tutto l’amore del Figlio di Dio. La Forza di cui parlavo prima è in azione, avvicina le due persone (il Figlio e noi), e permette che Gesù il Signore avvolga d’amore i suoi figli e fratelli, li introduca nella sua signoria, donando così la vita della grazia. Per questo chi adora il Santissimo Sacramento e celebra i Divini Misteri è una persona rinnovata: non per sua virtù, ma per misericordia, per esaudimento del proprio desiderio, esaudimento che trova il suo compimento in un Dono molto più abbondante di quanto lo si possa immaginare.

Quando parliamo di speranza ed esaudimento non si vuol far riferimento a qualcosa che si situi solamente nel campo dei beni terreni, anche primari come la salute, il lavoro, gli equilibri, i beni di prima necessità, o altri, ma principalmente all’unione con Dio, che è il Bene Sommo ed il Fine di tutta la vita! L’Eucaristia fa accadere proprio questo. Gesù Cristo ha voluto una modalità contemporaneamente umana e divina, materiale e spirituale, terrena e celeste, per rendersi presente tra di noi e permetterci di avvicinarci a lui per diventare santi e perfetti come lui, attraverso l’agire esclusivo di quella Forza.

L’Eucaristia riunisce i figli dispersi, li fa diventare veramente un solo corpo ed un solo spirito. Attraverso quella Forza veniamo convocati nello stesso luogo, per lo stesso fine, con un solo linguaggio comune. Essa sola è in grado di aprire i nostri cuori all’accoglienza di Dio e far sì che la luce del Cristo li raggiunga, li invada, fino a farli diventare anche loro la stessa Luce.

 

Eucaristia: sacramento sorgivo volto al Regno dei Cieli

L’Eucaristia è il cuore vitale della Chiesa ed è per Essa che la Chiesa è segno della salvezza di tutto il genere umano. Tutte le popolazioni della terra, la maggior parte non consapevolmente, stanno camminando nella storia verso il monte del Signore. Tutte le religioni stanno compiendo anch’esse il cammino verso l’adorazione dell’unico e vero Dio, di una sola sostanza e di tre persone. Nel messaggio di pace universale che Isaia ricevette in visione su Giuda e Gerusalemme, leggiamo dal profeta che (Is 2,1-5):

Alla fine dei giorni, il monte del tempio del Signore sarà saldo sulla cima dei monti e s'innalzerà sopra i colli, e ad esso affluiranno tutte le genti.

Verranno molti popoli e diranno: «Venite, saliamo sul monte del Signore, al tempio del Dio di Giacobbe, perché ci insegni le sue vie e possiamo camminare per i suoi sentieri».

Poiché da Sion uscirà la legge e da Gerusalemme la parola del Signore. Egli sarà giudice fra le genti e arbitro fra molti popoli. Spezzeranno le loro spade e ne faranno aratri, delle loro lance faranno falci; una nazione non alzerà più la spada contro un'altra nazione, non impareranno più l'arte della guerra.

Casa di Giacobbe, venite, camminiamo nella luce del Signore.

Sembra un progetto lontanissimo a realizzarsi, utopico a pensarsi. Se guardiamo al tempo in cui viviamo sembra veramente tutto impossibile e che l’opera di Satana sia superiore e vincente rispetto a quella di Dio. Eppure, nonostante tutto questo, l’Eucaristia silenziosamente ed umilmente sta nei tabernacoli, Angeli e Santi e anime purganti stanno ai loro piedi in adorazione. Eppure, la Chiesa custodisce l’Eucaristia come il bene più grande che il Signore ha voluto come suo comando. Eppure, ci sono fratelli e sorelle che, sparsi su tutta la terra, si riuniscono nel Nome del Signore per celebrare i divini misteri, anche in alcune regioni a rischio consapevole della propria vita. Ci sono tanti “San Lorenzo” o Martiri di Abitene, oppure tanti piccoli Giacinta, Francesco, Domenico Savio, Nennolina e Carlo Acutis, oppure tanti San Pasquale o San Giovanni Paolo II o San Francesco da Paola, Santa Faustina o Santa Caterina Labouret, insomma nella Chiesa Santa di Dio celeste e terrena ci sono tanti fratelli e sorelle, famiglie e generazioni di famiglie intere, sacerdoti e religiose, missionari e claustrali, aggregazioni laicali, che scelgono l’Eucaristia quale centro della propria vita, la amano più di ogni cosa, la adorano con la gioia e responsabilità che quella Forza genera in coloro in cui ha potuto impiantare e far vivere la fede in Cristo Risorto, il quale con abbondanza effonde su di noi la forza e la potenza dello Spirito Santo affinché adoriamo Dio Onnipotente, il Padre della gloria.

L’Eucaristia è sacramento sorgivo di vita eterna, è nutrimento indispensabile ed essenziale per la vita del Regno di cui facciamo già parte, ma nel quale ancora non abbiamo posto i piedi. Il Regno dei Cieli è già iniziato, ma i suoi suoni e le parole, i colori, le forme, le immagini, gli spiriti angelici e le anime beate ancora non li sentiamo e vediamo. Solo per la potenza e il volere dello Spirito Santo, nella fede, ci è già permesso di conoscere in quanto figli di Dio e coeredi di Cristo per la sua promessa. Nelle nostre anime lo Spirito dice al nostro spirito tutta la Verità e ci mostra la Parola viva del Figlio che udiamo inconfondibilmente.

 

Un ultimo riferimento, come conclusione, non possiamo non farlo alla Santissima Vergine.

Tutte le genti mi chiameranno beata! Così dice la Madonna santissima ispirata dallo Spirto Santo. Maria sa che in Lei abita lo Spirito Santo; Maria sa che il suo Figlio, così speciale, è sempre con lo Spirito Santo; Maria sa che lo Spirito Santo dimora in San Giuseppe, lo sposo che ha accolto ancor prima dell’Annunciazione; Maria sa che ovunque ella porterà il proprio Figlio, il Figlio stesso effonderà lo Spirito Santo in coloro che lo accoglieranno.

Maria nella Chiesa vive in pienezza la missione che la Santissima Trinità le ha affidato di portare Gesù a tutto il genere umano.

Il ministero universale di Maria le è stato comunicato ed ella lo ha iniziato nella storia il giorno della Crocifissione e della Pentecoste e nella gloria quando è stata assunta in Cielo in anima e corpo ed è stata proclamata Regina. Tutti i figli della Chiesa terrena la amano e la onorano quale Madre di Dio, e tantissimi sono i titoli che lo Spirito Santo ha diffuso e continua a diffondere nella storia. Ogni titolo mariano è la manifestazione ed il sigillo dell’amore di Dio per lei.

L’autentico devoto di Maria, il suo vero figlio, non può non essere una persona eucaristica. La Sempre Vergine Madre del Nostro Signore Gesù Cristo ci aiuta ad amare solo Dio, ad odiare il peccato, a chiedere gli aiuti della grazia per vivere nella santità dei figli del Dio onnipotente e tre volte Santo. La Santissima Madre ci porta all’Eucaristia e lì ci lascia con lei, in adorazione e contemplazione, per vivere in eterno del Bene, dell’Amore, di Dio che nel Santissimo Sacramento tutto risiede e tutti ama.

 

Don Nicola Casuscelli

Diretto Ufficio Liturgico Diocesano

 

 Scarica la Catechesi Eucaristica di don Nicola Casuscelli