Catecumeni: la testimonianza di Maria Biondo e di don Antonino Ventura di Cardeto
News del 15/04/2018 Torna all'elenco delle news
Quando la fede è una scelta caduta in un terreno fertile. E’ così, che don Antonino Ventura, da pochi mesi parroco di Cardeto, sintetizza l’esperienza di Maria Biondo, la giovane ragazza della sua comunità parrocchiale che ha ricevuto i sacramenti dell’iniziazione cristiana durante la Veglia Pasquale in Cattedrale. Don Nino ha seguito Maria solo nell’ultimo tratto del suo percorso, che era stato avviato dal precedente parroco don Ernesto Malvi. L’ha però accompagnata nel tratto decisivo del suo cammino di fede, guidandola a piccoli passi verso il traguardo della sua piena integrazione nella parrocchia dei santi Pietro e Paolo di Cardeto, che da piccola Maria aveva frequentato, e dalla quale si era allontanata solo perché, non essendo battezzata, non poteva seguire l’itinerario di formazione cristiana dei suoi coetanei. “Non le ho fatto mancare il mio aiuto, proponendomi semplicemente come compagno di viaggio - racconta don Nino - entrando in punta di piedi nella comunità e nella vita di fede nascente di Maria, con rispetto per quello che don Ernesto aveva fatto prima”.
Quella di Maria è una storia che parla di molti inizi. Per don Nino, giovane sacerdote alla sua prima esperienza sia come parroco responsabile di una comunità che come guida in un percorso catecumenale per adulti. Per la comunità di Cardeto, che si è ritrovata per la prima volta a vivere questa particolarissima esperienza di accompagnamento di una giovane verso i sacramenti in età adulta. Per la catechista, Angela Mangiola, che da alcuni anni segue la formazione dei bambini in parrocchia, ma per la prima volta si è confrontata con questo percorso specifico. Per la stessa Maria, 24 anni questo aprile, un diploma di liceo linguistico magistrale, la prima di cinque fratelli a compiere questo passo.
“I miei genitori – spiega - pur essendo cattolici, hanno preferito lasciarci liberi di decidere da grandi cosa fare della nostra vita, però sono cresciuta in un ambiente improntato ad una mentalità cristiana, non ero distante da questi valori”. Una distanza relativa, ma sofferta, che avvertiva sempre più come una mancanza e che finalmente ha colmato attraverso un cammino di maturazione e crescita nella fede che, come lei stessa afferma, le ha cambiato la vita in meglio, portandola a riflettere su cose che prima guardava in modo superficiale, e l’ha resa più vicina alla sua comunità.
Se quella di don Nino è diventata una presenza molto rassicurante, non da meno lo è stata quella di Angela, cugina e catechista di Maria, che ha condiviso con lei le ansie e le gioie di tutto il cammino da due anni a questa parte. “Una bellissima esperienza – la definisce - che accende la fede, che fa crescere anche me ogni volta che Maria mi pone delle domande, dove ho potuto riscontrare come la vita di una persona può cambiare quando la grazia agisce”. Il compito di Angela è adesso quello di accompagnare Maria nel suo progressivo e pieno inserimento nelle attività della parrocchia, dove, nell’Ottava di Pasqua, ha fatto il suo ingresso ufficiale, da neofita. E’ per Maria un nuovo inizio, in cui assaporare il dono dei sacramenti ricevuti e sperimentare la rinascita a vita nuova, come un fiore che sboccia a primavera.
“La comunità di Cardeto – spiega don Nino – ha guardato con ammirazione alla scelta di Maria di affrontare il percorso del catecumenato, si è sentita incuriosita e coinvolta nell’assistere ai diversi riti che l’hanno vista come protagonista soprattutto in questi ultimi mesi, cercando di metterla a proprio agio per aiutarla a superare il timore iniziale e la paura di esporsi, e accompagnandola con la preghiera. In parrocchia tutti, dai più piccoli del catechismo agli adulti, sono rimasti edificati dalla sua scelta. La comunità si è dimostrata sensibile, lasciandosi interrogare dal coraggio della sua decisione, e avvertendo l’impegno rinnovato di dover testimoniare nei suoi confronti la fedeltà ai valori cristiani. La nostra – prosegue don Nino - è una piccola comunità di montagna, ma abbastanza aperta all’accoglienza, alla integrazione fra persone di diverse culture, nella quale si cerca di non lasciare indietro nessuno. Quella di Maria non è una scelta isolata, ma si inserisce in un contesto di fermento evangelico dove con slancio missionario, ma in maniera delicata e libera, si cerca di andare incontro anche ai ragazzi musulmani o ancora non battezzati, che frequentano la parrocchia”.
di Antonia Cogliandro
Pubblicato su L'Avvenire di Calabria del 15 aprile 2018