Domenica delle Palme - Morosini: credete nella vita, con Cristo possiamo vincere il male!
News del 09/04/2017 Torna all'elenco delle news
La Domenica delle Palme o della Passione del Signore apre la settimana santa nel duplice segno della gioia e della sofferenza, dell’esultanza e del silenzio, dell’ulivo e della croce, che ne caratterizzano i due momenti liturgici fondamentali: la benedizione delle palme e degli ulivi che precede la commemorazione dell’ingresso festoso di Gesù in Gerusalemme, e la Celebrazione Eucaristica nella quale si legge il racconto della passione e morte di Gesù.
Due momenti che la comunità diocesana come ogni anno vive attorno al suo Pastore, prima nella piazza antistante la Chiesa dei Santi Filippo e Giacomo in S. Agostino, poi in processione verso la Cattedrale, chiesa madre della diocesi, dove ha luogo la Liturgia Pontificale.
Nella piazza gremita l’arcivescovo Morosini ha voluto rivolgere un paterno invito innanzitutto ai numerossissimi giovani presenti, rappresentanti di scout e Azione Cattolica, protagonisti, oggi come duemila anni fa, tra la folla esultante e gioiosa che accompagnava Gesù: “Da sempre nella tradizione della chiesa questa giornata è stata una sollecitazione per ragazzi e giovani a rivolgersi verso Gesù, riconoscendo nel suo mistero di morte e resurrezione il senso cui aggrapparsi per rendere accettabile e sostenibile la vita”.
In un momento in cui la città è profondamente scossa da diverse e contrastanti vicende di disagio giovanile, il percorso della processione diventa metafora, “un percorso verso la fede nella vita, nella capacità che con Gesù Cristo possiamo vincere il male”, un’augurio, anzi “ l’augurio più bello - sottolinea padre Giuseppe - per questa giornata e per le prossime feste”. “Giovani, non piegatevi dinanzi alla tentazione della morte, credete nella vita!”: è un’esortazione al coraggio ed alla speranza, che nella fede della Pasqua trova le sue profonde ragioni. “Nel contesto di tragedie che alcune volte si abbattono nella nostra vita e sulla nostra città, non cedete alla tentazione della disfatta, del non c’è niente da fare! Reagite in nome di quella morte sconfitta che in questi giorni celebriamo come cristiani” perché “in quella morte di Cristo vinta dalla sua resurrezione c’è il fondamento della nostra speranza, della nostra possibilità di sconfiggere il male, qualunque esso sia”.
Questo mistero di fede avvolge tutta la settimana santa, attraversando il dolore del venerdì ed il silenzio del sabato santo, per giungere alla gioia della vittoria gloriosa della Pasqua. E’ la certezza che guida la vita del cristiano, la verità su cui l’arcivescovo ha chiesto a tutti di riflettere durante l’omelia del Pontificale in una Cattedrale stipata di fedeli.
“Dio non ci ha salvati eliminando la fatica della vita, ma sostenendo insieme a noi questa fatica e illuminandola con la speranza della vittoria della vita sulla morte. Sappiamo che questa lotta che continua nella storia di ciascuno di noi e in tutta la storia umana, è redenta dalla vittoria di Cristo. Mentre contempliamo il Cristo crocifisso pensando alle nostre sofferenze e alla lotta tra speranza e delusione nella nostra vita, guardiamo al Cristo risorto, per poter sostenere con fede queste fatiche, guardando al di là, nella speranza del trionfo del bene. È questo l’augurio per questa settimana santa, che vi invito a vivere nella preghiera intensa e nella rilettura della Passione di Cristo”. Un augurio che si accompagna ad una raccomandazione speciale: portare, attraverso il segno dei rami di ulivo benedetti, la pace nelle proprie case, per essere nella famiglia testimoni di conciliazione in mezzo alle discordie. Laddove le divisioni trasmettono ai giovani amarezza e sfiducia, il messaggio di questa domenica che inaugura la settimana cruciale del cristiano, vuole essere quello di una pace contagiosa, che insegna il perdono e porta linfa di bene per rimarginare le ferite della società.
di Antonia Cogliandro