5 marzo 2017 - I Domenica di Quaresima "Invocavit": Tentati e addestrati
News del 04/03/2017 Torna all'elenco delle news
Quello che il Signore Gesù ci ha proposto nel vangelo di domenica scorsa, è sostanzialmente cercare una vita da figli e fratelli tra noi, nella solida certezza che abbiamo un Dio Padre/Madre che sa benissimo di cosa abbiamo bisogno: cercate il Regno di Dio e la sua giustizia, e tutte queste cose vi saranno date in aggiunta. La Quaresima appena scoccata aiuta a focalizzare se ci troviamo dentro questa ricerca, o se siamo ancora saldamente guidati da satana, mentre c'illudiamo di seguire Gesù. Perché il racconto delle tentazioni subite da Cristo è icona di ogni discepolo sottoposto alla necessità di verificare sempre la propria sequela. Notate subito come il nemico avanzi le sue proposte, quasi fossero scelte migliori per conseguire l'obiettivo del proprio cammino: se sei Figlio di Dio... Le tentazioni ci piombano addosso in 2 modi quando si cerca il bene: o rubandoci il desiderio di cercarlo con lo scoraggiamento ("non ce la faccio!..."), oppure facendocelo cercare nel modo sbagliato. Il male si propone sempre a fin di bene o si presenta comunque (apparentemente) come un progetto di bene. Nella vita non basta avere intenzioni di bene. Un proverbio udito da un sacerdote molti anni fa mi si è impresso nella mente: "la strada che conduce dritto alla dannazione è costellata di buone intenzioni". Bisogna che ci si chieda con quali mezzi, in che modalità si vogliono realizzarle. E qui troviamo una netta distinzione tra la strategia satanica e quella di Dio che si svela, negli opposti obiettivi, in maniera progressiva.
1° tentativo (vv.3-4): il diavolo propone a Gesù, dopo un lungo digiuno, di soddisfare il proprio bisogno materiale di mangiare. Suggerisce di approfittare del suo essere di Dio trasformando le pietre in pane. Vorrei innanzitutto chiarire che sicuramente il Signore, dopo aver superato le tentazioni, si sarà fatto una bella mangiata! Qui non si tratta di dimostrare che con Dio si può fare a meno di mangiare. Si tratta di chiarire dove si vuol collocare il principio di vita dell'uomo. Se la mia vita coincide con il mio benessere, allora il pane e tutto ciò che lo può preservare/consolidare diventa un assoluto. Tutto ciò che può garantirlo è giustificabile e giustifica ogni altro tipo di scelta a margine. Da questa prospettiva mi chiedo se la chiesa nel mondo occidentale non sia caduta e rimasta immersa in questa tentazione. Prendete il recente caso di quel confratello di una Diocesi veneta che si scopre avere una doppia vita. Di giorno parroco, di notte organizzatore di orge. Siamo chiamati a non giudicare il peccatore, ma a farci un chiaro giudizio sul peccato: che segno dei tempi che viviamo è? Ebbene, a quanti tra i parrocchiani avvicinati è stato chiesto cosa si pensasse in merito, colpisce che si sia levata una difesa generale (anche dal sindaco) del prete, "perché è uno che ha fatto molto per la cittadinanza, ha costruito la casa parrocchiale in montagna, ha fatto il campo sportivo per l'oratorio, organizzava eventi, sapeva parlare alla gente, era un trascinatore, ecc. ecc.". Cioè, "ha fatto tante opere per noi, quindi è giustificabile/passabile quel che viveva, in fondo siamo uomini...". E' vero, siamo uomini e quindi fragili. Ma è questa la missione del sacerdote? E' quella di garantire senz'altro un bel campo di calcio o di pallavolo per i ragazzi? Quella di soddisfare comunque il bisogno di sicurezza delle famiglie, aumentando il grado di comfort e di intrattenimento per tutti? E' quella di offrire una disponibilità assoluta per venire incontro a ogni altro bisogno del popolo? O non è forse quella di manifestare, con la sua stessa vita, le parole di Gesù: non di solo pane vivrà l'uomo, ma di ogni parola che esce dalla bocca di Dio?
2° tentativo (vv.5-7): osservate come il diavolo spinga Gesù dal deserto alla città santa. Che significa? Che le tentazioni non ci mollano nemmeno quando ci si trova in luoghi religiosi o comunque attorniati dal sacro. Anzi, qui si fanno più sottili. Anche satana fa il teologo di mestiere! Lo porta sul pinnacolo del tempio e lo invita a fare l'esperienza di essere sorretto dagli angeli di Dio con tanto di citazione biblica (Sal 91,11-12). Non è forse lui il Figlio che si fida della parola del Padre? Allora si faccia visibile a tutti questa fiducia totale! Si renda visibile a tutti chi egli è!...E' la tentazione del Dio che deve rispondere alle attese religiose dell'uomo, perché questi possa garantirsi di averlo sempre dalla propria parte. E' la tentazione di ridurre la presenza di Dio allo spazio dove avviene il miracoloso. E' la tentazione della religione visibile, spettacolare, fatta per rispondere all'ansia di sicurezza che induce a cercare sempre segni di conferma divina. E' la tentazione di avere Dio sotto controllo per asservirlo ai propri vantaggi, anche spirituali. E' la pretesa sottile di essere sempre ascoltati da Dio invece di ascoltare Lui e verificare se le mie pretese sono in linea con i suoi disegni. E' la tentazione di...mettere alla prova Dio invece di sottoporci liberamente alle prove che permette! Un esempio semplice? Prego Dio cercando di comperarmelo con mille preghiere, digiuni e altri sacrifici per qualcosa di buono che desidero: ad es. la guarigione dalla malattia di qualcuno che amo. Ma la persona non guarisce. Segno che, o non è ancora arrivato il tempo della guarigione (perché il bene della persona non coincide con la sua salute), oppure nella malattia il Signore vuole manifestare il segno inconfondibile della sua vittoria che sarà sempre sulla Croce: cosa da non dare assolutamente per scontata, vista la facilità con cui noi spostiamo Dio dove c'è sempre la salute e il successo! Non tenterai il Signore Dio tuo: Dio non si può comperare, né mettere alla prova; di Lui bisogna imparare a fidarsi!
3° tentativo (vv.8-11): il diavolo porta Gesù su un monte altissimo. Notate bene: prima sulla parte più alta del tempio, adesso sulla sommità di un monte. Satana offre sempre il suo regno con il fascino e l'ebbrezza che gli sono propri. Il potere e il dominio sugli altri, la vanagloria del possedere sempre più in questo mondo al prezzo dell'adorazione del suo Dio. Quanti adoratori di satana in giro anche se non lo sanno! Qui, in questa tentazione, si vede dove vuole arrivare il diavolo. Vuole sostituirsi a Dio offrendo all'uomo una falsa gloria, una falsa felicità, un falso regno. Alla fine, egli è soltanto il grande truffatore! Tutto quello che offre all'uomo è soltanto apparente e non gli da la vita. Quando arriverà la morte (ma spesso anche prima di essa) i suoi doni si riveleranno per quello che sono: una menzogna. L'uomo non porterà via niente con sé da questo mondo. Gesù respinge con decisione la tentazione. Il suo regno è il capovolgimento e la rovina di quello del diavolo. Il suo essere Re si è rivelato sul trono della Croce, dove manifesterà la sua libertà assoluta da satana nel servizio d'amore a tutti, senza dominare nessuno. Il suo essere Re si è sprigionato dalla tomba da cui si è rialzato, perché l'amore di Dio non inganna e non delude il desiderio di vita infinita dell'uomo.
Le tentazioni non sono un episodio isolato della vita di Gesù, non lo sono neanche per noi. La vita è una palestra in cui siamo continuamente tentati e quindi addestrati. Noi normalmente pensiamo che se non ci fossero (e se non ci fossero anche le cadute...) la nostra vita sarebbe migliore e più bella. Invece ci imbrogliamo. Le tentazioni, soprattutto quando ci sentiamo assaliti da esse, sono la dimostrazione che ci stiamo opponendo al male. Buona lotta quaresimale!
Omelia di don Giacomo Falco Brini
Le tentazioni aiutano a crescere nella vita di fede
Il vangelo di Matteo di questa prima domenica di Quaresima è dedicato al racconto della quaresima di Gesù e alle tentazioni che dovette affrontare e superare a conclusione di essa. Anche per noi cristiani questo tempo di grazia ci è donato, da un punto di vista liturgico per sperimentare la nostra concreta possibilità di rispondere al vangelo con la sincera volontà di convertirsi e di superare qualsiasi tentazione che quotidianamente Satana cerca di farci accettare piuttosto che superarla. Affidiamo il nostro cammino quaresimale alla preghiera di questa prima domenica, con la quale chiediamo "di crescere nella conoscenza del mistero di Cristo e di testimoniarlo con una degna condotta di vita".
La prima lettura e il salmo responsoriale di oggi sono incentrati sul tema del peccato originale e del peccato in generale...L'uomo progettato per il bene da parte di Dio, invece di ascoltare la sua parola e di seguire io suoi ordini, si lascia affascinare, come sempre da satana, simboleggiato qui nell'astuto serpente, che porta, prima Eva e poi Adamo a commettere il primo peccato ed avviare così, nel genere umana, l'esperienza della debolezza, della fragilità e della immoralità a tutti i livelli. Toccato nella sua stessa natura, in seguito a questo peccato, l'uomo rimane naturalmente fragile e soggetto ad ogni tentazione e ad ogni peccato, se non vigila su stesso e su gli altri.
Il salmo responsoriale, tratto dal Salmo 50 è una richiesta a Dio di perdono e misericordia. E' la presa di coscienza di ciò che diventa l'uomo quando si allontana da Dio e vuole fare a meno di Lui. Contro di te, contro te solo ho peccato, quello che è male ai tuoi occhi, io l'ho fatto. Da qui la richiesta: "Crea in me, o Dio, un cuore puro, rinnova in me uno spirito saldo".
Nel secondo splendido e ricco brano della lettera di San Paolo Apostolo ai Romani ritroviamo il tema del peccato originale, già messo in luce nel testo della prima lettura, rapportandolo al mistero della redenzione. Il parallelismo tra il vecchio Adamo, quello del peccato e della caduta, è messo in stretto rapporto con il nuovo Adamo, Gesù, quello della risurrezione e dell'esaltazione della croce, mediante la quale il Figlio di Dio ha redento il mondo. Gesù ha vinto la morte e nell'ubbidienza totale al Padre tutti sono stati giustificati, come per la disobbedienza di Adamo, tutti erano stati costituiti peccatori e tale sarebbero rimasti per sempre, se non fosse intervenuto Cristo con la sua morte e risurrezione, che porta la grazia del perdono e della riconciliazione a tutto il genere umano e a tutta la creazione. Entrare in questo cammino di purificazione e rinascita interiore è compito di ogni cristiano. Il Battesimo che abbiamo ricevuto ha dato l'avvio a questo itinerario di santificazione, che tutti possiamo e dobbiamo percorrere, lasciandoci guidare dall'unico maestro della nostra vita che è il Cristo Crocifisso e Risorto.
Infine, nel testo del vangelo di questa prima domenica di Quaresima ci porta con Gesù nel deserto, dove viene tentato dal diavolo. ..Quante pretese ha satana nei confronti dell'uomo e nel caso specifico nei confronti di Dio. Gesù sa benissimo chi è e lo sa benissimo anche il demonio. Ma, come tutte le forze del male che si annidano negli esseri malefici, egli ci ha provato con Gesù, uscendo sconfitto..Immaginiamo se satana poteva sottomettersi al Signore. La conseguenza, vista la resistenza di Gesù, fu quella di andare via e fare spazio al bene, con l'arrivo degli angeli che si posero a servire Gesù ed accudirlo in tutte le sue esigenze. La grazia e il peccato non possono convivere e coabitare, il bene e il male non possono incontrarsi ed occupare lo stesso spazio vitale. La lezione del vangelo di oggi è molto chiara. Si superano le tentazioni se nei nostri pensieri e nei nostri cuori c'è solo il Signore.
In conclusione, in questo periodo di Quaresima tutti noi cristiani siamo invitati a vivere più intensamente il clima di preghiera e di carità. I recenti fatti di cronaca che hanno attinenza con il termine della nostra vita ci pongono responsabilmente di fronte al problema di come rendere bella la vita, anche quando è segnata dalla sofferenza e dalla malattia. La morale cristiana è a favore sempre e comunque alla vita e mai a favore della cultura della morte, anche se la si definisce come dolce morte, oppure suicidio assistito. La nostra vita, quella che il Signore ci ha donato, anche se è segnata dalle croci insopportabili, vale sempre la pena viverla fino in fondo, fino a quel momento in cui Dio ci ha chiama a sé e ci porta con sé nell'eternità.
Omelia di padre Antonio Rungi
Per essere tentato dal diavolo
Come un buon soldato prepara il suo corpo al combattimento, così Gesù prepara la sua anima, il suo spirito, il suo corpo al grande combattimento contro Satana. Sappiamo che Mosè dinanzi al Signore, dovendosi preparare a ricevere le tavole della legge non mangiò per quaranta notti e per quaranta giorni. Ciò che il Signore sta per dargli è così grande che richiede una così forte preparazione da parte di Mosè. Per ricevere le seconde due tavole non mangiò anche per il grande dolore.
Nel deserto Cristo Gesù dovrà compiere ciò che finora l'umanità non ha mai compiuto: sconfiggere il diavolo superando ogni sua tentazione. Come Mosè, più di Mosè, si prepara assistito dallo Spirito Santo e quasi annullandosi in Lui. Il diavolo va sconfitto.
Anche nel cristiano, tutto: preghiera, crescita nelle virtù, ascolto della Parola, celebrazione dei sacramenti, la stessa Eucaristia, devono avere come fine la sconfitta di Satana e la vittoria su ogni sua tentazione. Per questo occorre al discepolo di Gesù una vita temprata, morigerata, sobria, attenta, prudente, saggia, forte, piena di Spirito Santo. Avendo noi oggi sposato il peccato come componente essenziale della nostra vita, quanto viene fatto è visto come fine a se stesso, compresa la celebrazione dell'Eucaristia. Cristo aveva un altro cuore, un'altra mente, un altro spirito, un altro desiderio. Lui viveva per vincere su Satana, per sconfiggerlo, per togliere a lui ogni potere. Lui lo ha legato. Sono i discepoli che vanno ad accarezzarlo per essere morsi.
Vergine Maria, Madre della Redenzione, Angeli, Santi, fateci vittoriosi su Satana.
Omelia a cura del Movimento Apostolico - rito romano
Quando il diavolo si avvicina e sussura: seguimi...
Se Gesù avesse risposto in un altro modo alle tre proposte, non avremmo avuto né la croce né il cristianesimo. Ma che cosa proponeva il diavolo di così decisivo? Non le tentazioni che ci saremmo aspettati, non quelle su cui si è concentrata, e ossessionata, una certa spiritualità cristiana: la sessualità o le osservanze religiose. Si tratta invece di scegliere che tipo di Messia diventare, che tipo di uomo. Le tre tentazioni ridisegnano il mondo delle relazioni: il rapporto con me stesso e con le cose (pietre o pane?); con Dio, attraverso una sfida aperta alla fede (cercare un Dio magico a nostro servizio); con gli altri (il potere e il dominio).
Dì che queste pietre diventino pane! Il pane è un bene, un valore indubitabile, ma Gesù non ha mai cercato il pane a suo vantaggio, si è fatto pane a vantaggio di tutti. E risponde giocando al rialzo, offrendo più vita: «Non di solo pane vivrà l'uomo». Il pane è buono, il pane dà vita ma più vita viene dalla bocca di Dio. Dalla sua bocca è venuta la luce, il cosmo, la creazione. È venuto il soffio che ci fa vivi, sei venuto tu fratello, amico, amore, che sei parola pronunciata dalla bocca di Dio per me. E anche di te io vivo.
Seconda tentazione: Buttati, così potremo vedere uno stormo di angeli in volo... Un bel miracolo, la gente ama i miracoli, e ti verranno dietro. Il diavolo è seduttivo, si presenta come un amico, come chi vuole aiutare Gesù a fare meglio il Messia. E in più la tentazione è fatta con la Bibbia in mano (sta scritto...). Buttati, provoca un miracolo! La risposta: non tentare Dio, attraverso ciò che sembra il massimo della fiducia nella Provvidenza e invece ne è la caricatura, perché è solo ricerca del proprio vantaggio. Tu non ti fidi di Dio, vuoi solo sfruttarlo, vuoi un Dio a tuo servizio.
Nella terza tentazione il diavolo alza ancora la posta: adorami e ti darò tutto il potere del mondo. Adorami, cioè segui la mia logica, la mia politica. Prendi il potere, occupa i posti chiave, cambia le leggi. Così risolverai i problemi, e non con la croce; con rapporti di forza e d'inganno, non con l'amore. Vuoi avere gli uomini dalla tua parte? Assicuragli pane, miracoli e un leader e li avrai in mano. Ma Gesù non cerca uomini da dominare, vuole figli liberi e amanti, a servizio di tutti e senza padrone alcuno. Per Gesù ogni potere è idolatria.
«Ed ecco angeli si avvicinarono e lo servivano». Avvicinarsi e servire, verbi da angeli. Se in questa Quaresima io fossi capace di avvicinarmi e prendermi cura di qualcuno, regalando un po' di tempo e un po' di cuore, inventando una nuova carezza, per quel qualcuno sarei la scoperta che «le mani di chi ama terminano in angeli».
Omelia di padre Ermes Ronchi
Liturgia e Liturgia della Parola della I Domenica di Quaresima (ANNO A) 5 marzo 2017
tratto da www.lachiesa.it