Santi del giorno 11 settembre: santi Proto e Giacinto

News del 11/09/2023 Torna all'elenco delle news

Santi Proto e Giacinto martiri. Attualmente le ossa di Giacinto sono venerate nel Pontificio Collegio Urbano 'De Propaganda Fide' mentre quelle di Proto nella Basilica di S. Giovanni dei Fiorentini a Roma.

 

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Martirologio Romano: A Roma nel cimitero di Basilla sulla via Salaria antica, deposizione dei santi martiri Proto e Giacinto, che il papa san Damaso celebrò nei suoi versi, recuperando i loro tumuli nascosti sotto terra. In questo luogo, circa quindici secoli dopo sono stati nuovamente ritrovati il sepolcro intatto di san Giacinto e il suo corpo consumato dal fuoco.

 

Santi martiri di Roma. La loro memoria è celebrata nella Depositio martyrum di Roma del 354. Sepolti nel cimitero di Bassilla (oggi di s. Ermete) in un’area che papa Damaso, nel IV secolo, dedicò loro, rendendo fruibile anche l’accesso alle tombe.

Quando nell’VIII secolo i papi trasferirono le reliquie dei martiri dalle catacombe alle chiese, anche quelle di san Proto furono traslate e sistemate nella chiesa di San Giovanni dei Fiorentini, mentre quelle di san Giacinto, a differenza di quello che si pensava, restarono nelle catacombe, come dimostrò uno scavo archeologico del 21 marzo 1845. Oggi sono custodite e venerate nel collegio di Propaganda Fidei.

Pare che Proto e Giacinto fossero due fratelli schiavi di Eugenia, figlia del nobile romano Filippo, prefetto di Alessandria d’Egitto. Rientrata a Roma, Eugenia – ormai cristiana – s’impegnò nel divulgare la fede cristiana e, all’amica Bassilla, affidò i suoi due schiavi perché la istruissero nella fede. Una volta convertita, Bassilla fu denunciata dal marito e perciò condannata insieme ai due schiavi. 

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I santi Proto e Giacinto furono sepolti nel cimitero di Bassilla (poi di San Ermete). Nel 1845 le loro ossa furono trovate in un cubicolo che papa Damaso aveva fatto ripulire dalla terra franata e in cui aveva fatto porre una lapide che ricordava come Proto e Giacinto fossero fratelli martiri. La tradizione narra la loro vita in modo leggendario. Essi sarebbero stati due fratelli cristiani eunuchi, schiavi di Eugenia, figlia del nobile romano Filippo, prefetto di Alessandria d'Egitto. Convertita al cristianesimo, Eugenia avrebbe ceduto i due giovani alla nobile Bassilla, convertitasi a sua volta grazie ai loro insegnamenti. Denunciati dal fidanzato di quest'ultima, sarebbero stati tutti martirizzati. Al di là della leggenda, è certo che la loro esistenza e il loro martirio sono stati storicamente comprovati.

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