10 settembre 2023 - Apertura dell'inchiesta diocesana per la beatificazione di Don Italo Calabrò

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In un clima di grande partecipazione emotiva, alla presenza di centinaia di fedeli, nella Basilica Cattedrale, prima della messa pontificale in onore della Patrona, è stata aperta ufficialmente l'Inchiesta diocesana sulla vita, le virtù e la fama di santità del Servo di Dio.

Presente, fra gli altri, il fratello del sacerdote, Corrado Calabrò. Il tutto è avvenuto ai piedi della Venerata Effigie della Madonna della Consolazione, da sabato custodita in Duomo. L'arcivescovo metropolita, monsignor Fortunato Morrone, i membri del tribunale da lui costituito, insieme al postulatore dottor Paolo Vilotta, hanno prestato giuramento come previsto dalle norme canoniche relative alle cause di beatificazione e canonizzazione.

Il tribunale, insediatosi ieri, ha dato il via formalmente alla raccolta delle prove necessarie all'Inchiesta diocesana, volta ad accertare le virtù eroiche e cristiane di don Italo. Come da decreto di costituzione a firma dell'arcivescovo Morrone, vi fanno parte: monsignor Vincenzo Pizzimenti (Delegato episcopale); don Domenico Nucara (Promotore di giustizia); don Simone Gatto (Notaio attuario); don Maurizio Demetrio e don Davide Tauro (Notai aggiunti).

L'apertura dell'Inchiesta diocesana sulla vita, le virtù e fama di santità di don Italo Calabrò avviene dopo un periodo di circa un anno di lavori preliminari, culminati con il nulla osta da parte della Santa Sede.

 

Morrone: «L'inchiesta avviata serve a far onore all'esistenza di don Italo»

Conclusi i lavori della prima sessione, l'arcivescovo monsignor Fortunato Morrone, rivolgendosi ai fedeli presenti, ha spiegato l'importanza e il significato dell'inchiesta diocesana. «L'inchiesta serve proprio per fare onore all'esistenza di don Italo. C'è una serietà nella Chiesa che riguarda il Vangelo di Gesù». L'avvio dell'inchiesta, quindi, serve proprio ad accertare il motivo per il quale «don Italo ha fatto delle scelte», mosse dalla «Santità di Dio che, attraverso lo Spirito di Gesù, ha investito l'esistenza di don Italo».

Adesso si dà inizio ad un «cammino, ad un "work in progress". Ma tutta la vita di don Italo è stata un cammino». Gli incaricati del tribunale avranno adesso un compito: «riavvolgere il nastro e "rivedere" il suo cammino e come lui si è posizionato dietro Gesù».

Tra i testimoni della vita di don Italo, Morrone ha poi ringraziato tutti coloro che hanno condiviso con lui giornate, speranze, ma anche delusioni e che, ancora oggi, contribuiscono a «portare avanti la sua opera che è opera di Dio». «Noi siamo certi - ha concluso l'arcivescovo - che don Italo continui a vivere nella pienezza del Signore».

 

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