15 maggio 2016 - Solennità di Pentecoste: lo Spirito che riporta al cuore ogni parola di Gesù
News del 14/05/2016 Torna all'elenco delle news
Lo Spirito Santo che il Padre manderà vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto quello che vi ho detto. Lo Spirito, il misterioso cuore del mondo, il vento sugli abissi dell'origine, il fuoco del roveto, l'amore in ogni amore, respiro santo del Padre e del Figlio, lo Spirito che è Signore e dà la vita, come proclamiamo nel Credo, è mandato per compiere due grandi opere: insegnare ogni cosa e farci ricordare tutto quello che Gesù ha detto.
Avrei ancora molte cose da dirvi, confessa Gesù ai suoi. Eppure se ne va, lasciando il lavoro incompiuto. Penso all'umiltà di Gesù, che non ha la pretesa di aver insegnato tutto, di avere l'ultima parola, ma apre, davanti ai discepoli e a noi, spazi di ricerca e di scoperta, con un atto di totale fiducia in uomini e donne che finora non hanno capito molto, ma che sono disposti a camminare, sotto il vento dello Spirito che traccia la rotta e spinge nelle vele. Queste parole di Gesù mi regalano la gioia profetica e vivificante di appartenere ad una Chiesa che è un sistema aperto e non un sistema bloccato e chiuso, dove tutto è già stabilito e definito.
Lo Spirito ama insegnare, accompagnare oltre, verso paesaggi inesplorati, scoprire vertici di pensiero e conoscenze nuove. Vento che soffia avanti.
Seconda opera dello Spirito: vi ricorderà tutto quello che vi ho detto. Ma non come un semplice fatto mnemonico o mentale, un aiuto a non dimenticare, bensì come un vero "ri-cordare", cioè un "riportare al cuore", rimettere in cuore, nel luogo dove di decide e si sceglie, dove si ama e si gioisce. Ricordare vuol dire rendere di nuovo accesi gesti e parole di Gesù, di quando passava e guariva la vita, di quando diceva parole di cui non si vedeva il fondo.
Perché lo Spirito soffia adesso; soffia nelle vite, nelle attese, nei dolori e nella bellezza delle persone. Questo Spirito raggiunge tutti. Non investe soltanto i profeti di un tempo, o le gerarchie della Chiesa, o i grandi teologi. Convoca noi tutti, cercatori di tesori, cercatrici di perle, che ci sentiamo toccati al cuore da Cristo e non finiamo di inseguirne le tracce; ogni cristiano ha tutto lo Spirito, ha tanto Spirito Santo quanto i suoi pastori.
Ognuno ha tutto lo Spirito che gli serve per collaborare ad una terza opera fondamentale per capire ed essere Pentecoste: incarnare ancora il Verbo, fare di ciascuno il grembo, la casa, la tenda, una madre del Verbo di Dio. In quel tempo, lo Spirito è sceso su Maria di Nazareth, in questo tempo scende in me e in te, perché incarniamo il Vangelo, gli diamo passione e spessore, peso e importanza; lo rendiamo presente e vivo in queste strade, in queste piazze, salviamo un piccolo pezzo di Dio in noi e non lo lasciamo andare via dal nostro territorio.
Omelia di padre Ermes Ronchi
Nel cenacolo dell'amore e del perdono
Celebriamo oggi la solennità della Pentecoste dell'anno giubilare della misericordia. E siamo qui in questo giorno del Signore per riflettere sul significato più vero della discesa dello Spirito Santo su Maria e gli apostoli, in attesa del Consolatore nel Cenacolo dell'amore e del perdono. E con la Sequenza di oggi che preghiamo nella liturgia voglio sottoporre alla vostra meditazione questo giorno di festa e di gioia, non come quella che la offre il mondo, ma come quella che dona lo Spirito Santo di Dio.
Vieni, Santo Spirito, manda a noi dal cielo un raggio della tua luce. Vieni, padre dei poveri, vieni, datore dei doni, vieni, luce dei cuori. Consolatore perfetto, ospite dolce dell'anima, dolcissimo sollievo. Nella fatica, riposo, nella calura, riparo, nel pianto, conforto. O luce beatissima, invadi nell'intimo il cuore dei tuoi fedeli. Senza la tua forza, nulla è nell'uomo, nulla senza colpa. Lava ciò che è sórdido, bagna ciò che è àrido, sana ciò che sànguina. Piega ciò che è rigido, scalda ciò che è gelido, drizza ciò che è sviato. Dona ai tuoi fedeli, che solo in te confidano i tuoi santi doni. Dona virtù e premio, dona morte santa, dona gioia eterna.
Allo Spirito Santo chiediamo con questa bellissima preghiera ed invocazione tante cose per noi e per gli altri, ma il punto centrale di un vero rinnovamento dello spirito di ogni cristiano, sta in queste espressioni, sulle quali sosteremo di più nella riflessione personale durante o dopo la messa. L'anno della misericordia ci obbliga ad attuare questa inversione di marcia a 180°, perché chiediamo allo Spirito di raddrizzare la nostra vita e la nostra missione. Egli lo Spirito che è Signore e dà la vita e che procede dal Padre e dal Figlio, egli ci guiderà alla verità tutta intera sulla nostra vita e sulla storia di oggi. La descrizione che ne fanno gli Atti degli Apostoli di questo preciso momento è uno dei più belli della vita della Chiesa, perché è il momento iniziale, quello consacratorio e consolatorio, per Egli è il Consolatore e il Santificatore. Sia questa invocazione un sincero appello alla nostra personale conversione sulla via del bene e della santità. Una santità che, ci ricorda, l'Apostolo Paolo nel brano della seconda lettura della messa del giorno di Pentecoste, che consiste nel non lasciarsi dominare dalla carne, perché coloro che fanno questo "non possono piacere a Dio".
Rivolgendosi a tutti coloro che avevano abbracciato la fede sottolinea che non sono sotto il dominio della carne, ma dello Spirito, dal momento che lo Spirito di Dio abita in loro. Infatti, "se qualcuno non ha lo Spirito di Cristo, non gli appartiene.
Ora, se Cristo è in voi, il vostro corpo è morto per il peccato, ma lo Spirito è vita per la giustizia". A completare e a perfezionare il discorso sul significato della Pentecoste di questo anno giubilare del 2016, arrivano alle nostre orecchie, alle nostre menti e soprattutto al nostro cuore quanto Gesù dice ai suoi discepoli di eri, di oggi e di sempre «Se mi amate, osserverete i miei comandamenti; e io pregherò il Padre ed egli vi darà un altro Paràclito perché rimanga con voi per sempre.
Se uno mi ama, osserverà la mia parola e il Padre mio lo amerà e noi verremo a lui e prenderemo dimora presso di lui. Chi non mi ama, non osserva le mie parole; e la parola che voi ascoltate non è mia, ma del Padre che mi ha mandato.
Vi ho detto queste cose mentre sono ancora presso di voi. Ma il Paràclito, lo Spirito Santo che il Padre manderà nel mio nome, lui vi insegnerà ogni cosa e vi ricorderà tutto ciò che io vi ho detto».
Lo Spirito Santo ha detto Gesù perché ci insegnerà ogni cosa. La terza persona della Santissima Trinità è deputata al completamento della formazione cristiana in vita e soprattutto in punta di morte quando capiremo meglio ogni cosa con la spirito giusto di distaccarsi da ogni cosa per vivere eternamente con Lui.
Lasciamoci prendere per mano, diventiamo docili allo Spirito Santo, perché possa illuminarci nel cammino di questa vita, nell'attesa di incontrare "questa grande sconosciuto" nel modo e verso giusto, affinché nulla possa sanguinare nel cuore delle persone, vacillare per chi è incerto nella fede, purificare ogni cosa personale nella giusta luce del Cristo Redentore.
Con questa mia personale preghiera, oggi, ringraziando il Signore per il dono dello Spirito Santo che ha effuso in modo esagerato su ciascuno tutti noi, chiediamo la grazia di ottenere l'indulgenza perseveranza: Spirito Santo che sei una sola cosa con il Padre ed il Figlio nel mistero trinitario, dona all'umanità il dono dell'unità e dell'armonia universale. Spirito Santo, che sei carità infinita, dona all'uomo del nostro tempo l'amore necessario per cambiare il mondo e trasformare la nostra Terra in un giardino perenne di pace e fratellanza. Spirito Santo che sei il Consolatore dona ai noi che siamo nella pena e nell'angoscia calma e la tranquillità necessaria per affrontare con coraggio il buon combattimento della fede e della sofferenza. Spirito che indirizzi l'uomo a guardare in alto e a fissare lo sguardo sull'eternità, fai riscoprire agli uomini di questi tempi il dono meraviglioso dei valori superiori quelli che sono la nostra vera consolazione. Spirito che sei la misericordia, che non ci stanchiamo mai di invocare noi e sull'intera umanità il perdono divino per i nostri gravi delitti, quelli che gridano vendetta al cospetto di Dio. Spirito di dolcezza e tenerezza trasforma i nostri aridi cuori in luoghi privilegiati del tuo dialogo con noi. Fa' che non ci stanchiamo mai ad incontrare ogni fratello afflitto o stanco della vita per portare a lui la serenità ed il conforto di cui ha bisogno. Spirito della vita, dona alle madri cristiane e di buona volontà 'apertura generosa ad accogliere, con serenità, dono inestimabile della vita umana. Amen.
Omelia di padre Antonio Rungi
Liturgia e Liturgia della Parola della Solennità di Pentecoste (Anno C) 15 maggio 2016
Liturgia della Parola della Celebrazione Vigliare vespertina di sabato 14 maggio 2016
tratto da www.lachiesa.it