L'Arcivescovo Morosini in occasione della Celebrazione per i malati: guardare la sofferenza con gli occhi della fede...
News del 11/02/2014 Torna all'elenco delle news
Anche quest’anno la Giornata mondiale del malato è stata celebrata in ospedale col massimo della solennità. La disponibilità di una nuova cappella bella e capiente ha offerto la possibilità di rendere l’evento più partecipato, più vivo, preparato da un novennale di celebrazioni.
Tale novennale che ha preceduto la festività in onore della Beata Vergine di Lourdes, iniziato giorno 2 febbraio, ha animato tutti i Reparti dell’intero ospedale: il cappellano Don Stefano Iacopino, al seguito del simulacro della Madonnina, ha fatto vivere ai malati momenti di forte spiritualità e commozione. Il coinvolgimento e la collaborazione del personale ospedaliero e dei volontari – ormai numerosi – hanno suscitato atti di dedizione profonda alla Madre delle madri. “Questa celebrazione”, ha affermato don Iacopino, “non vuole essere un rito esteriore, una tradizione entrata a far parte delle usanze ospedaliere ma incide nelle profondità delle coscienze, induce alla riflessione sulla sofferenza, sul bisogno della condivisione, sull’interrogativo del mistero della vita, e aiuta a volgere l’attenzione sull’oltre dell’esistenza”.
L’Arcivescovo Giuseppe Fiorini Morosini, non potendo presenziare alla celebrazione della Giornata Mondiale del Malato di giorno 11, ha voluto anticipare la sua partecipazione a giovedì 6 febbraio. In tale occasione ha invitato tutti i presenti a guardare la sofferenza con gli occhi della fede, alla luce delle tre virtù teologali: Fede, Speranza e Carità. La risposta al perché della sofferenza la si può ottenere soltanto alzando lo sguardo verso il crocefisso che riassume in sé il mistero inspiegabile del dolore umano.
L’Arcivescovo emerito Vittorio Mondello anche quest’anno ha voluto celebrare la Festa della Madonna di Lourdes e domenica 9 febbraio ha officiato la celebrazione eucaristica. Durante l’omelia si è soffermato sul valore della sofferenza. Durante la Messa, l’Associazione ADOPAS che da anni svolge la sua attività di volontariato presso l’ospedale, ha voluto esprimere la propria riconoscenza a Mons. Mondello per avere approvato il carisma di questo meraviglioso servizio ospedaliero. E’ un modo nuovo di essere Chiesa: uscire dal tempio e andare incontro all’uomo sulla strada, nelle carceri, nei ghetti, negli ospedali. Non è mancata la presenza del Movimento di Rinascita Cristiana, che ha promosso una veglia di preghiera giorno 10 febbraio. Un momento di riflessione, di comunione col mondo della sofferenza, di invocazione per un cammino sempre più rispondente al messaggio evangelico.
Il programma della 22ma giornata del Malato ha avuto il suo culmine giorno 11, con la presenza in Ospedale del Vicario Generale, don Nino Iachino, che ha celebrato la Santa Messa, animata dal Coro Ospedaliero e dai ragazzi della Scuola Media Pascoli Galileo, alla presenza di una grande moltitudine di fedeli: personale sanitario, volontari AVO, ADOPAS, AIL, GOVIC , AMICI DELLA NEFROLOGIA, ADSPEM. ABIO, LILT.
Don Stefano, nel dare il benvenuto al il Vicario vescovile, ha ripreso il tema della Giornata Mondiale del Malato: “anche noi dobbiamo dare la vita per i fratelli, Il tempo e i luoghi della sofferenza sono terra di missione, da esplorare e abitare con tenerezza e amore”. Il Vicario, durante l’omelia, traendo spunto dal racconto delle nozze di Cana, ha rilevato come oggi il mondo fa di tutto per “non vedere” la sofferenza, cerca di mettere ai margini chi può scomodare la vita”. Invece la Vergine Maria “ci invita a farci carico, ad accompagnare i più deboli; gli altri non sono qualcosa che non ci appartiene. La vita si vive se si dona, tanto più si dona, tanto più è interessante”.
Molti dei presenti hanno continuato le Celebrazioni in onore della Beata Vergine di Lourdes partecipando, alle ore 18.00, alla santa Messa, presieduta da S.E. Mons. Mondello, nella Parrocchia del SS. Salvatore. Al termine l’UNITALSI ha organizzato, per il secondo anno consecutivo, la fiaccolata in processione verso l’ospedale. Preghiere e canti hanno accompagnato l’immagine della Beata Vergine Maria fino all’ingresso dell’ospedale, da dove il corteo ha proseguito lungo tutto il perimetro esterno, continuando poi fin dentro la cappella e concludendo con il canto delle litanie e la benedizione solenne a tutti i presenti, lasciando nel cuore di ciascuno la tenerezza e l’abbraccio della Madre celeste.